Un tribunale di Zurigo ha condannato un uomo a risarcire 4.000 franchi (circa 3.700 euro), accusato di avere diffamato un utente con un “Mi piace” su un post scritto da terzi. Secondo il tribunale l’uomo con il suo “like” ha indirettamente avallato e contribuito a diffondere ulteriormente la diffamazione.
Si tratta del primo caso al mondo per il quale un uomo è condannato non per un messaggio scritto in proprio ma per avere indicato “Mi piace” su post scritti da un altro. I “Mi piace” in questione erano stati indicati da un quarantacinquenne, del quale non è stata rivelata l’identità, a post di carattere diffamatorio nei confronti di Erwin Kessler, presidente di un’associazione animalista elvetica. I fatti risalirebbero al 2015 e nei confronti di Kessler erano stati usati aggettivi quali “razzista” e “fascista”, considerati sufficienti per ritenere diffamatori anche i semplici “Mi piace” applicati al testo postato da terzi.
Le motivazioni della sentenza indicano che apporre sui social un “Mi piace” a un’affermazione diffamatoria nei confronti di una terza persona contribuisce alla diffusione della diffamazione stessa, rendendola più leggibile e rinforzando l’effetto negativo nei confronti della vittima della diffamazione. Il condannato potrà ad ogni modo fare ricorso.