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Sviolinata di Zuckerberg a favore di Trump e addio al fact checking su Facebook

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Come abbiamo riferito qui, il CEO di Meta, Mark Zuckerberg, è apparso nel podcast “Joe Rogan Experience”, dove ha criticato non solo Apple – ma anche l’amministrazione Biden per avere, a suo dire, spinto la censura sui vaccini COVID-19, obbligando Facebook a reprimere  la disinformazione.

Secondo il CEO di Meta, Facebook è stata obbligata a questo approccio dopo che Biden aveva riferito che i social stavano uccidendo le persone con la loro disinformazione sui vaccini. Zuckerberg ha detto a Rogan (noto, tra le altre cose, per la sua opposizione alla cosiddetta “cultura woke”, per le sue posizioni scettiche sui vaccini e teorie complottistiche), che era scettico sui vaccini COVID-19 ma che l’amministrazione Biden avrebbe chiamato “i ragazzi nel team (di Facebook, ndr), inveito contro di loro, minacciando ripercussioni se non avessimo eliminato cose non vere”.

A detta di Zuckerberg, funzionari di Biden, hanno – ad esempio – chiesto a Meta di rimuovere un meme di Leonardo DiCaprio che puntava la TV, prendendosi gioco delle persone che si erano vaccinate. Il CEO di Meta ha affermato che l’azienda da lui guidata ha tollerato la rimozione di elementi umoristici e satirici, ma si è spinta troppo oltre nell’eseguire ordini, riconoscendo che la sua e altre aziende, hanno erroneamente creduto che sia stata la disinformazione a consentire l’elezione di Trump nel 2016.

Per Mark Zuckerberg il Visor Pro non è una svolta
Mark Zuckerberg – Foto: Anthony Quintano – Wikipedia

Meta ha ora deciso di eliminare il fact checking su Facebook e Instagram, al posto del quale arrivano le genetiche “Community Notes” come quelle su X, ennesima mossa di un dirigente delle big tech per attirarsi le simpatie del presidente eletto, Donald Trump.

Secondo Zuckerberg, le procedure di fact-checking di Facebook, rendevano il sistema simile a una distopia raccontata da George Orwell, ovvio riferimento a meccanismi totalitari di controllo del pensiero, «qualcosa uscito fuori da “1984”», affermando che i fact checker di Meta fossero troppo prevenuti.

“È un terreno davvero scivoloso”, ha riferito Zuckerberg, spiegando che a un certo punto non è possibile stabilire quello che è vero e quello che non lo è, una sorta di tana libera tutti dove chiunque può dire quello che vuole senza alcun controllo, per la gioia di complottisti e amanti delle teorie della cospirazione, ma dove in realtà  quello che conta è fare “scannare” le persone sui social, cercando di coinvolgerle sempre più, al fine di trattenerle e aumentare l’interazione, creare il cosiddetto “engagement” e farsi pagare dagli inserzionisti, adattando i contenuti a seconda dei bisogni e delle aspettative dell’audience.

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