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Analisti: il Surface Book sarà un problema per il mondo Windows

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Più che preoccuparsi di convincere gli utenti Apple a passare al Surface, Microsoft farebbe bene a preoccuparsi degli effetti che il suo sforzo nel mondo hardware potrebbe produrre sul mondo PC. È questa la tesi che passa tra le righe di Business Insider che fa alcune interessanti considerazioni sulla strategia di Microsoft a margine del lancio del suo “portatile che ridefinisce i portatili”. Il concetto di base è che l’arrivo di questo laptop è una minaccia che corre il rischio di sconvolgere equilibri decennali e lo stesso volto dell’ecosistema delle Finestre.

Le vendite di PC- dice  Max Slater-Robins nel suo articolo che conta su citazioni di analisti e osservatori, sono in costante declino,  e per riprendere quota o se non altro stabilizzarsi, hanno bisogno dell’impegno del mondo degli OEM alleati di Microsoft.  Fino al 2012 Redmond è rimasta lontana dalla produzione di hardware PC grazie al fatto che aveva un esercito di aziende disposte a occuparsene. Per questo i primi Surface non erano altro che tablet con una tastiera opzionale, dispositivi che permettevano di dimostrare le funzionalità dell’interfaccia touch di Windows 8 e nei confronti di quali molti produttori di PC non mostravano interesse o preoccupazione. Ma la musica è cambiata e Microsoft ora propone il dispositivo che “ridefinisce il mondo dei laptop”, contrapposto ai tablet e in diretta competizione con produttori PC quali HP, Dell, Lenovo. Questi ultimi fanno affari vendendo hardware ma se Microsoft si mette a fare concorrenza con grandi budget e marketing aggressivo, non è per loro una notizia positiva.

Microsoft non ha finora pubblicizzato il Surface Book mettendo il dispositivo a confronto con i prodotti Windows dei suoi partner, ma ha puntato le armi contro Apple sia nella presentazione, sia in un’intervista con Wired. In realtà questa strategia ha “un bug” in origine come dice Linn Huang di IDC: «Convincere gli utenti Mac a passare al Surface Book, sarà molto difficile. Gli utenti Apple non si son mai allontanati dal loro marchio ed è improbabile che lo facciano anche in futuro»; per vendere, quindi, Microsoft dovrà dunque per forza fare appello agli utenti Windows high-end di Lenovo, HP, Dell e altri marchi i cui clienti hanno già una abitudine all’uso di Windows e che potrebbero cedere molto facilmente all’appeal del nuovo computer Microsoft.

La Casa di Redmond non vuole al momento diventare una seconda Lenovo o HP, dice Annette Zimmermann di Gartner, ma la scelta che ha fatto rappresenta una minaccia nei confronti dei produttori di PC. Microsoft vuole crescere abbastanza con il Surface Book per rendere Windows 10 un prodotto credibile e dargli popolarità, ma questo è in evidente conflitto con le strategie dei suoi partner.  Realizzando sia l’hardware, sia il software, la Casa di Redmond è in una posizione nettamente superiore agli altri che non possono fare altro che proporre solo hardware. Microsoft può integrare come meglio crede l’hardware e il software, sulla falsariga di quanto fa Apple con i suoi prodotti.

A complicare la faccenda per gli OEM è che questi dovranno condividere le loro roadmap con Microsoft (fondamentale per ottenere, ad esempio, anche semplici driver certificati), svilendo ogni possibile sforzo per creare prodotti competitivi. Alla lunga, insomma, gli utenti che vogliono un PC potrebbero rivolgersi a chi da sempre associano al mondo Windows: la gente compra computer Windows e Microsoft produce Windows…

Da un altro punto di vista, vedendo la cosa positivamene, se Microsoft fosse i grado di realizzare l’obbiettivo di rendere il Surface Book un prodotto iconico, potrebbe generare un effetto volano verso altri prodotti (quello che un tempo nel mondo Apple si chiamava “halo effect” con riferimento alla ricaduta di iPod verso il computer Mac) che hanno un costo più basso e non sono prodotti in casa. I termini pratici, chi va in negozio, vede un Surface Book e non può spendere quanto costa, potrebbe essere interessato a comprare allora un computer Lenovo, Acer o HP che costa meno e dunque beneficiare dell’immagine del Surface Book con il quale condividono la stessa piattaforma, piuttosto che un MacBook Pro oppure un Mac mini. «Che questo possa incentivare i partner di Microsoft – dice Business Insider – a creare valore per la piattaforma stessa, è la domanda da un milione di dollari che tutti ci poniamo».

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