La vicenda della localizzazione della produzione dei Mac Pro, al centro di una polemica ai tempi di Trump, torna a far discutere. La macchina che doveva essere l’orgoglio dell’ingegneria e dell’elettronica americana, l’unico Mac assemblato interamente in USA per scelta di Apple (e pressione da parte del governo), è ora ufficialmente “made in Thailand”
Lo dice l’etichetta FCC (obbligatoria negli USA per apparecchiature elettroniche e di telecomunicazione) che per il Mac Pro con CPU Apple Silicon riporta “Product of Thailand” per gli esemplari inviati negli Stati Uniti c’è un dettaglio da segnalare; questi hanno la dicitura “final assembly in the USA”
Come spiegano alcuni siti, il Mac Pro per il mercato interno è assemblato ad Austin (Texas), la stessa struttura storica in cui è stato assemblato il primo Mac Pro. In più all’interno, come aveva orgogliosamente fatto presente Apple ai tempi del Mac Pro cilindirico, il primo ad uscire da una linea di produzione USA, contiene molte componenti progettati, sviluppati e prodotti da più di una dozzina di aziende americane.
Resta comunque il fatto che L’indicazione “Product of Thailand” è nuova e non compariva nella precedente versione del Mac Pro con CPU Intel e rappresenta un nuovo capitolo di una vicenda che ha un’interesse di rilievo economico e politico.
Apple è storicamente fortememente dipendente dai mercati asiatici e in particolare da quello cinese. Fino ad una decina di anni fa non esisteva un solo prodotto Apple ad essere costruito fuori dalla Cina.
Poi una serie di manovre del governo americano, in particolare quello guidato da Trump, avevano indotto anche con sgravi fiscali Apple a dirottare internamente la produzione dell’unico computer a bassi volumi, il Mac Pro.
Apple però si era trovata comunque in difficoltà per altri problemi: la stragrande maggioranza delle componenti restavano prodotte in Cina e su queste, all’atto dell’obbligatoria importazione per l’assemblaggio venivano ricaricati massicci costi daziari. Sostituirle queste componenti con altre prodotte negli USA si era dimostrato complesso e spesso problematico.
Today I opened a major Apple Manufacturing plant in Texas that will bring high paying jobs back to America. Today Nancy Pelosi closed Congress because she doesn’t care about American Workers!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) November 20, 2019
Le difficoltà indussero Apple a spostare di nuovo in Cina la produzione del Mac Pro 2019 mentre i vociferati mega impianti che i partner taiwanesi, in particolare Foxconn, dovevano costruire in USA ogni sorta di dispositivo, qualcuno addirittura parlava di iPhone, ancora non si sono visti e probabilmente mai si vedranno.
Attualmente Apple ha in atto una manovra di sganciamento dalla Cina, scelta attuata anche per evitare le forti tensioni politiche tra il paese asiatico e Taiwan, due dei poli del sistema industriale della Mela.
Gli iPhone ad esempio sono costruiti in India e Brasile. Una buona parte dei MacBook Pro sono assemblati in Vietnam. Non stupisce quindi che Apple per il Mac Pro si sia rivolta al mercato Thailandese. Piuttosto è da segnalare il fatto che l’idea di costruire l’unica macchina che poteva essere realmente finita ma anche costruita negli USA, continui ancora oggi a non esserlo.