«Stavo sudando proiettili» traduzione letterale dall’inglese “sweeting bullets” che in italiano è resa con grondare di sudore, o meglio ancora in questo caso sudare freddo, come racconta Tony Fadell, il padre di iPod, quando avrebbe dovuto spiegare a Steve Jobs in persona di aver perso uno dei dispositivi più segreti, di una delle società più segrete della Silicon Valley, riportando i fatti a uno dei capi più severi e intransigenti della storia. Nessuno, almeno in quella occasione, avrebbe voluto essere nei panni di Tony Fadell, infatti il prototipo smarrito era quello del primo iPhone: sceso da un aereo, il papà di iPod si accorse che nella sua tasca mancava qualcosa, un oggetto piccolo ma di una importanza gigantesca.
Ma quel giorno la fortuna non si dimenticò di Tony Fadell. Mentre stava “sudando proiettili” immaginando nella sua testa come dire a Steve Jobs il peggio, tanti modi possibili ma nessuno con un lieto fine, riuscì a interessare al problema una piccola squadra che si mise alla ricerca di un oggetto di cui ignoravano completamente cosa fosse. Nel giro di due ore il prototipo del primo iPhone fu scovato tra i sedili dell’aereo e riconsegnato all’ingegnere disperato. Anche la BBC celebra il decimo anniversario del Jesus Phone, il dispositivo messia che tutti stavano aspettando, con un articolo di racconti e aneddoti interessanti di Tony Fadell.
L’ex delfino di Steve Jobs, in Apple fino al 2010, ricorda che Apple non aveva alcuna esperienza nel campo delle antenne e delle trasmissioni cellulari, così pensò bene di sondare il terreno nell’Europa del Nord, tra società e ingegneri che lavoravano per Nokia. In una tappa di questo tour de force, più precisamente a Malmo in Svezia, tutti i bagagli inclusi prototipi e documentazione furono rubati dalle auto durante una breve sosta di 20-30 minuti in un ristorante. Fadell e gli altri dipendenti Apple coinvolti sono certi che si trattò di spionaggio industriale: i colossi della telefonia dell’epoca sapevano che Cupertino stava lavorando a un telefono. Naturalmente si tratta di sospetti, ma sembra piuttosto fondati.
Nel suo resoconto Fadell ricorda il veto totale di Steve Jobs contro l’uso di uno stilo o di un pennino. Alcuni ingegneri, Fadell incluso, inserirono questa possibilità anche nelle prime versioni del software, mantenendo il segreto assoluto per evitare l’ira di Jobs. La stessa cosa accadde per la compatibilità degli iPod con i PC Windows: Jobs era assolutamente contrario ma quando la crescita delle vendite rallentò, Fadell suggerì la funzione a Jobs che la sfruttò immediatamente. Fu inserita di nascosto dagli ingegneri già diversi mesi prima.