La iRadio, man mano che i giorni passano e il profilo di quel che sarà il servizio di musica Apple si precisa, tende sempre più ad assomigliare ad una vera e propria radio, con tanto di stacchetti pubblicitari. A disegnare Apple intenta a creare un sistema di annunci che non sarà solo a display, come quello tipico di iAD, ma anche in audio è l’attendibile AdAge, il più autorevole sito al mondo tra quelli che si occupano specificatamente del mondo della pubblicità.
Secondo AdAge in questi giorni diverse agenzie che operano con importanti clienti, sarebbero state contattate dai venditori di Cupertino che avrebbero offerto loro la possibilità di procurare in iRadio spot audio, un media che tipicamente costa molto di più della pubblicità visuale perché più capace di colpire l’attenzione e più intrusiva. Apple intenderebbe proporre gli spot tra una canzone e l’altra, proprio come si fa con un tipico annuncio in radio, oppure tra gruppi di brani. Cupertino avrebbe un importante asso nella manica per convincere le agenzie a pianificare investimenti su iRadio: la capacità di targettizzare in maniera assolutamente precisa gli annunci.
Apple, al contrario di alcuni concorrenti, come Pandora che ha semplicemente a disposizione sesso, gusti musicali e un codice di avviamento postale (che può essere sbagliato se non falso), sarebbe in grado di avere un profilo precisissimo del “radioascoltatore”. Ad esempio potrebbe avere la localizzazione fornita dal GPS, sapere i suoi gusti in fatto di film, vedere che libri compra e quanti ne compra, la lingua che parla, le applicazioni che scarica. Tutto questo, sfruttato opportunamente ed elaborato con algoritmi ad hoc, potrebbe creare un profilo di target pubblicitario estremamente preciso. E come noto, gli annunci sono tanto più preziosi, costosi e quindi redditizi, se colpiscono un target specifico.
Digitas, un’azienda che compra milioni di dollari di pubblicità in annunci iAD per clienti come American Express, ammette di avere già iniziato a parlare con i suoi clienti di questa nuova opportunità e di avere «un grande interesse per essa. Speriamo – dice il vice presidente John Tuchtenhagen – di cominciare a sperimentare la nuova formula ad inizio del prossimo anno. Nel momento in cui Apple avrà cominciato a costituire una base di mercato si tratterà di qualche cosa con un grande potenziale per una realtà come la nostra», anche se Cupertino dovrà stare attenta, ammonisce Tuchtenhagen, a non eccedere con i costi.
Secondo quanto si apprende sempre da AdAge, Apple per allettare le case discografiche sempre più affamate di profitti e di alternative alla vendita di musica che continua ad essere in discesa, avrebbe deciso di concedere loro il 10% di quanto percepirà dagli inserzionisti. Nonostante questa cifra sia sideralmente lontana da quanto Cupertino passa agli sviluppatori che pubblicano pubblicità iAD (il 70%), è più del doppio di quanto Pandora passa alle stesse case discografiche.