Se in passato si è scoperto che un semplice messaggio era potenzialmente in grado di mandarvi in pappa l’iPhone, Android fa di peggio: uno sfondo potrebbe portare ad un più fastidioso soft brick dello smartphone, per cui non basterebbe neppure riavviare il dispositivo per risolvere. Ecco cosa succede.
Non è la prima volta che si sente di storie simili. Già in passato era stata individuata una stringa di caratteri con la quale è stato possibile mandare in crash iPhone e iPad inviando a qualcuno un messaggio ad hoc, un problema simile a quanto era accaduto nel 2018 con il bug che permetteva di mandare in crash iPhone inviando un messaggio con un particolare carattere indiano che bloccava l’accesso ai Messaggi e app come WhatsApp, Facebook Messenger, Outlook per iOS e Gmail. Adesso, però, tocca ad Android, che fa addirittura peggio.
Alcuni utenti hanno scoperto, così come segnalato da Android Authority e 9to5Google, che una semplice foto impostata come sfondo del terminale è in grado di causare il soft-brick” di alcuni telefoni Android, rendendo di fatto inutilizzabile il dispositivo. La conseguenza di ciò è un loop che attiva e disattiva lo schermo del terminale, anche dopo un riavvio. La soluzione, al momento, sembra essere quella di avviare lo smartphone in modalità provvisoria per eliminare il file immagine, o utilizzare il bootloader per ripristinare completamente il dispositivo. Di certo, non una soluzione alla portata di tutti.
Il problema potrebbe dipendere dagli spazi colore supportati dal telefono e da come vengono gestiti. Dylan Roussel di 9to5 ha scoperto che l’immagine in questione utilizza lo spazio di colore RGB, anziché quello sRGB preferito da Android. Considerando che Android 10 non lo converte come farà, invece, Android 11, l’immagine provoca problemi ogni volta che un telefono incompatibile deve visualizzarla, ampliando ancor di più il problema nel caso in cui si decidesse di impostarla come sfondo.
Le fonti si sono già attivate per chiedere a Google un commento sulla vicenda. Da un lato potrebbe trattarsi di un falso problema, se ben informati; dall’altro, però, potrebbe essere una vera trappola in cui un ignaro utente può incappare, senza apparente possibilità di fuga. Si attende, ovviamente, un fix ufficiale da Mountain View.