Il Fairphone è uno smartphone che il produttore definisce “etico e modulare”. L’azienda produttrice dal nome omonimo ha sempre affermato che il vantaggio di questo dispositivo rispetto ad altri è la facilità delle riparazioni in funzione di un utilizzo duraturo, spiegando che tutti i moduli, dalla batteria al jack audio, sarebbero stati disponibili nel negozio online.
“Ci battiamo contro l’andamento del mercato “secondo cui un telefono medio viene sostituito ogni 18 mesi, creando un gigantesco impatto ambientale” si legge sul sito del produttore. “Mentre la tecnologia fa passi da gigante, i consumatori perdono l’abilità di modificare, riparare e capire pienamente come possono utilizzare più a lungo i propri dispositivi”.
Tutto molto bello e interessante ma a quanto pare i componenti che avrebbero dovuto consentire di riparare per sempre il dispositivo, non saranno più disponibili. Presentato nel dicembre del 2013, con un display da 4.3″ e Android 4.2.2, lo smartphone è stato prodotto in 60.000 unità e all’inizio del 2015 lo sviluppo terminato per presentare il successore “1U”.
Fairphone ha dichiarato l’impossibilità di continuare a sostenere lo sviluppo software e la fornitura di componenti hardware per i modelli. Il problema avrebbe a che fare con l’interruzione dei rapporti con il partner Gugohong, costringendo il produttore a contattare in proprio singoli fornitori per procurarsi in modo indipendente i componenti di ricambio. Molti fornitori hanno però preferito dismettere la produzione di alcune componenti hardware rendendo impossibile continuare a tenere in vita lo smartphone “etico”.
“Dopo aver esaminato ogni possibilità, siamo giunti alla conclusione che gli ordini minimi necessari per avviare la produzione in lotti di pezzi di ricambio vanno al di là di ciò che possiamo permetterci in termini economici” ha spiegato Bas van Abel CEO dell’azienda che ha concepito il progetto.
Anche lo sviluppo software è stato interrotto e l’aggiornamento ad Android 4.4 non sarà rilasciato. Ovviamente molti degli utenti ai quali era stato promesso uno smartphone “duraturo” hano protestato, delusi dall’atteggiamento non molto diverso da molti altri produttori di smartphone.
L’azienda ad ogni modo insiste che la loro mission non è cambiata: “Vogliamo espandere il mercato equo e aumentare il nostro impatto positivo nel settore dell’elettronica”. Spiega che vuole produrre dispositivi utilizzando minerali provenienti da regioni libere da conflitti e da catene di produzione che rispettano i diritti dei lavoratori.
Abel ha spiegato ancora: “Gli utenti che hanno dato fiducia al progetto dall’inizio avranno sempre un posto speciale nei nostri cuori. Sebbene non siamo più in grado di supportare Fairphone 1, vogliamo incoraggiare i possessori a continuare a utilizzare i propri telefoni per quanto possibile.
Per il Fairphone 2, si prospettano, almeno in apparenza pospettive migliori “Abbiamo imparato delle lezioni preziose dalle nostre precedenti sfide con Fairphone 1 che aiuteranno a modificare il nostro approccio in corso d’opera”.