Al problema delle batterie al litio che esplodono improvvisamente è finalmente pronta una soluzione. Ideata da un gruppo di ricercatori, in breve prevede l’implementazione di una sostanza ignifuga all’interno del componente che si attiva solo in determinate condizioni, senza quindi pregiudicare l’uso quotidiano dei dispositivi.
A spingere in questa direzione hanno certamente influito i recenti problemi del Galaxy Note 7 che hanno costretto Samsung a ritirare il dispositivo dal mercato (a tal proposito, la società dovrebbe approfondire il discorso a breve), senza comunque dimenticare i numerosi episodi di esplosioni che nel corso degli ultimi anni hanno visto protagonisti computer, giocattoli e anche qualche iPhone (un esempio qui, qui e qui).
Inizialmente sembrava non esserci una soluzione attuabile. I primi tentativi prevedevano infatti l’aggiunta di sostanze per ritardare la fiamma direttamente all’interno degli elettroliti delle batterie, ma ciò comportava anche una riduzione significativa nelle prestazioni della batteria. Studi approfonditi hanno permesso ai ricercatori di trovare la soluzione nell’impiego del trifenilfosfato – un materiale economico, potente e comunemente utilizzato per ritardare lo sviluppo delle fiamme – all’interno di una capsula in plastica incorporata nel separatore delle batterie, il componente che cioè tiene separati gli elettrodi positivi da quelli negativi.
«Durante il normale funzionamento della batteria» si legge su IEEE Spectrum «Il trifenilfosfato rimane incapsulato all’interno di fibre di plastica. Se il separatore diventa più caldo di 150 gradi, la plastica si scioglie, rilasciando la soluzione ignifuga». Negli esperimenti portati a termine nei laboratori, approfonditi all’interno della rivista Science Advances pubblicata il 13 gennaio, questo sistema ha permesso di estiguere completamente una fiamma in appena 0.4 secondi, praticamente quanto basta per bloccare un’eventuale esplosione sul nascere.
Il sistema deve ancora essere perfezionato, impedendo ad esempio che il ritardante si attivi in caso di sovraccarico o a seguito di uno schiacciamento, tuttavia i ricercatori sono fiduciosi del fatto che questa soluzione possa trovare ampio impiego, soprattutto se consideriamo che sempre un maggiore numero di prodotti utilizza batterie al litio e che quindi parallelamente a questo, il rischio di incendi ed esplosioni è certamente più alto.