Steve Jobs uscirà indenne dall’inchiesta in corso sulle azioni predatate ed emesse come emolumento per il Ceo dal consiglio di amministrazione di Apple. Questa l’opinione di due giornalisti del San Josè Mercury News che hanno avuto accesso a tutta la documentazione inerente il caso.
In un lungo ed articolato servizio giornalistico Howard Mintz and Troy Wolverton, questo il nome dei due giornalisti, di fatto ritengono scagionato Jobs da ogni possibile risvolto penale. Le ragioni addotte sono complesse e concernono una serie di ragioni molto strutturate, quel che è necessario però sapere è che dai documenti emerge che la vicenda della predatazione delle azioni è più frutto di scelte sbagliate eche di dolo e che Jobs era all’oscuro di alcune delle scelte compiute.
Secondo il Mercury Times l’errore principale è stato il concatenarsi di eventi che hanno indotto il consiglio di amministrazione ad operare di fretta e la volontà di ricompensare nel migliore dei modi il Ceo che aveva contribuito a salvare Apple. Azioni ‘goffe’ ed improprie che qualcuno avrebbe dovuto sapere che non era consentito portare a termine in quel modo, ma certo tra questi “qualcuno” non ci sarebbe stato Jobs che dalle carte emerge solo come un soggetto passivo. Jobs non avrebbe saputo, ad esempio, che la sua remunerazione era stata formalmente approvata durante un consiglio d’amministrazione che in realtà non era mai avvenuto.
Ora resta da vedere chi sapesse della falsificazione dei documenti e chi ha dato disposizione per la loro emissione. Come noto Apple al termine della sua indagine interna in materia ha manifestato ‘serie preoccupazioni’ sulla condotta di Nancy Heinen, ex responsabile degli affari legali di Apple, e di Fred Anderson, ex Chief Financial Officer. Wendy Howell, un avvocato che scriveva le minute con cui venivano attribuite le stock options, è stata licenziata. Se tutta la vicenda faccia capo a queste tre persone, se siano anch’esse estranee ad essa e dietro ci sia dell’altro, potrebbe stabilirlo la Sec o gli inquirenti federali che stanno per completare le loro inchieste, ma se il San Josè News ha ragione tra chi finirà , eventualmente, in un’aula di tribunale non ci dovrebbe essere Steve Jobs il che è una buona notizia per Apple e per gli azionisti.
Un coinvolgimento del Ceo nel caso stock options o, peggio, una sua incriminazione per falso nei documenti potrebbe imporre al consiglio di amministrazione della società di Cupertino provvedimenti drastici. In casi simili, ad esempio, altre società hanno licenziato il Ceo.
Ricordiamo che Jobs è già stato formalmente scagionato da Disney nel caso parallelo di sotck option irregolari emesse da Pixar. La società specializzata in animazione in 3D, come Apple, aveva emesso stock options irregolari prima della sua incorporazione in Disney e Jobs era il proprietario e colui che aveva apposto la firma in calce ad alcune di quelle stock options usate per pagare Lasseter, il regista numero uno di Pixar. Secondo Disney però Jobs non avrebbe avuto notizia anche in quel caso dell’irregolarità delle procedure.