“Mai visto qualcosa del genere in tutta la mia carriera”. à lui per primo ad essere stupito. Perché sono state scaricate, da quando ha aperto un mese fa l’App Store in seguito al lancio dell’iPhone 3G, più di 60 milioni di applicazioni. E, nonostante la maggior parte delle applicazioni fosse gratuita, Apple ha venduto in media un milione di applicazioni al giorno a pagamento, per un totale di 30 milioni di dollari.
Se le cose andranno avanti a questo ritmo, con sempre nuovi paesi che si aggiungeranno (a fine agosto arriverà una nuova “ondata” di paesi) si può immaginare che l’App Store venda applicazioni per 360 milioni di dollari.
“Diventerà presto mezzo miliardo di dollari l’anno, se continua così”, ha dichiarato Jobs durante una intervista al Wall Street Journal. L’avventura dell’iPhone e del suo negozio di applicazioni rischia infatti di trasformarsi per Apple in un gigantesco meccanismo per produrre valore agli utenti e per guadagnare soldi, tramite la soglia del 30/70 (il 30% di ogni dollaro ricavato dal prezzo di una applicazione va ad Apple, mentre il 70 va allo sviluppatore, che non ha altri costi di hosting o di distribuzione).
“In passato quel che differenziava i telefoni erano le antenne, i blocchi di trasmissione radio e cose del genere – ha commentato ancora Jobs -, invece noi stiamo andando avanti ritengo con un sistema che in futuro farà differenziare i telefoni sulla base del software”.
La concorrenza in questo settore, com’è noto, viene sia dalle vecchie glorie del passato (Rim con il Blackberry, Linux, Windows Mobile, Symbian) e da quelle attese in futuro come la piattaforma di Google chiamata Android.
Comunque, nei 60 milioni di applicazioni vendute, spiccano anche i primi numeri: Sega, il produttore di videogames, ha venduto in 20 giorni 300 mila copie di SuperMokeyball a 9,99 dollari l’una. Epocrates, il produttore di guide elettroniche per la medicina, ha realizzato un totale di 125 mila pezzi venduti, contro i 500 mila venduti sinora su tutte le altre piattaforme mobili sulle quali è presenti.
I primi dieci sviluppatori di applicazioni per iPhone hanno venduto in tutto software per 9 milioni su un totale di 21 milioni di dollari guadagnati lato sviluppatori.
Infine, un commento riguardo la possibilità di rimuovere ex-post e da remoto le applicazioni dall’iPhone. Steve Jobs ha confermato che il meccanismo esiste ma che non verrà mai utilizzato se non nel caso che passi il controllo preventivo di Apple una applicazione maligna che “ruba” informazioni riservate dai telefoni. “à una leva che speriamo di non dover mai usare, ma saremmo stati degli irresponsabili se non l’avessimo implementata”.