Steve Jobs era un mago nel risolvere problemi, un talento che risultava chiaro fin dalle prime riunioni e incontri: lo racconta Ken Rose, dirigente presso Performance Works, agenzia di consulenza che ha collaborato con lo scomparso cofondatore di Apple per diversi anni sia in Apple che in NeXT. La capacità di Jobs di proporre soluzioni rapide e brillanti ai problemi era una qualità che allo stesso tempo faceva arrabbiare e suscitava ammirazione nei dipendenti: questo talento, e il desiderio di trarne vantaggio, creavano ammirazione nei dipendenti che erano così disposti a sopportare i modi bruschi e il celebre carattere non facile di Steve Jobs.
«Steve entrava nella stanza e chiedeva cosa stava succedendo» racconta Ken Rose a Business Insider, spiegando che in NeXT si tenevano riunioni a diverse settimane di distanza a cui partecipavano ristretti gruppi di massimo sei-otto persone. Il responsabile del progetto o del prodotto presentava il problema concludendo che nessuno era riuscito a trovare una soluzione. Al volo Steve Jobs pronunciava: «Che ne dite di fare così?» e nei volti dei presenti si poteva leggere lo stupore perché si trattava di un’idea davvero buona. Per questa ragione racconta Ken Rose le reazioni delle persone erano sempre miste: alcuni erano davvero infastiditi perché non erano riusciti ad avere la stessa idea, in altri era evidente lo stupore e lo sbalordimento. Era anche grazie a questo talento che Jobs guadagnava il rispetto dei dipendenti: Rose in persona dichiara che per poter stare vicino a questa forza decisionale valeva la pena di affrontare un sacco di problemi. Non vengono precisati quali ma è facile intuire il riferimento ai modi bruschi, spesso anche aspri resi celebri dalla sterminata letteratura e dagli aneddoti sul co-fondatore di Apple.