Steve Jobs con un Mac in mano e un sacco sulla spalla, come un rifugiato siriano. È Banksy, pseudonimo di uno tra i più noti artisti della cosiddetta “street art”, a ritrarre in questo modo il fondatore di Apple con un graffito murale apparso in un campo profughi di Calais.
Il riferimento è per chi conosce la storia di Apple. Jobs era stato indicato come un esempio di figli di immigrati e, per giunta, di origine siriana. Era figlio di Abdul Fattah Jandali, un immigrato che si trasferì negli Stati Uniti nel 1950 per studiare, proveniente da Homs, città siriana divenuta in seguito tristemente nota per i pesanti bombardamenti e per essere uno dei centri più colpiti dalla guerra civile. Jobs fu dato in adozione alla nascita, e da grande rifiutò sempre di incontrare il padre naturale. Diverso il rapporto con la madre biologica, come raccontato nel libro-biografia di Walter Isaacson, con la quale Jobs aveva un rapporto anche amichevole e che più volte si è scusata con lui per averlo abbandonato. Jobs la rassicurava sempre; come le disse una volta, a Natale: “Non preoccuparti. Ho avuto un’infanzia meravigliosa. È andato tutto bene”.
Jobs non sembrava ad ogni modo nutrire alcun interesse per le sue origini siriane. Se in una conversazione si cominciava a parlare di Medio Oriente, racconta Isaacson, non sembrava interessato o stimolato a fornire le sue tipiche opinioni forti, perfino dopo che la Siria era stata attraversata dalla Primavera araba del 2011. “Non credo che qualcuno sappia cosa si debba fare laggiù” rispose quando gli fu chiesto se pensava che l’amministrazione Obama dovesse intervenire in Egitto, Libia e Siria. “Sei fottuto se fai qualcosa, e sei fottuto anche se non fai niente”.
Anche se Jobs non ebbe mai molta attenzione per le sue origini, resta un esempio di protagonista assoluto della storia del nostro tempo, un uomo che ha fatto la fortuna degli USA e dell’industria americana, nato da un immigrato, per giunta musulmano. Una di quelle persone che secondo Donald Trump non dovrebbero più entrare negli Stati Uniti e in quanto tale forse il più potente argomento contro questa tesi…
Banksy does Steve Jobs in Jungle migrant camp in Calais reminding us Apple's hero was son of Syrian migrants #c4news pic.twitter.com/KzWg98UR6N
— Krishnan Guru-Murthy (@krishgm) December 11, 2015