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Steve Jobs parla via IA nella raccapricciante intervista di Joe Rogan

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Voglia di deepfake, ma fa discutere l’intervista deepfake di Steve Jobs che sembra tornare a parlare grazie alla IA nel podcast di Joe Rogan. Voglia di manipolazione della realtà con l’uso dell’intelligenza artificiale, strumento che permette di mettere assieme in maniera funzionale milioni di informazioni e creare falsi d’autore. Persone che parlano, camminano, si fanno fotografare senza averlo mai fatto, oppure senza essere mai esistite. O, nel caso di Steve Jobs, senza esserci più.

Sono passati undici anni dalla morte di Steve Jobs e il podcast pubblicato dal famoso e discusso podcaster Joe Rogan in cui compare un redivivo Steve Jobs è una di quelle operazioni destinate a far discutere. Intanto per il suo cattivo gusto: la voce di un morto, oltretutto giocata su toni e modalità “private” e non quelle pubbliche che decine di keynote e interventi ci avevano abituato, è spiazzante.

Chi ha seguito i keynote di Apple e ha avuto l’occasione di poter parlare con Jobs “sa” che quello non era lui, anche se suona incredibilmente simile. E per gli ex colleghi e la famiglia deve essere uno shock: immaginate di sentire all’improvviso parlare una persona cara morta da tempo. Ci ha provato Amazon con una funzione (futura) di Alexa che permette di far raccontare le favole della buona notte dalla voce della nonna defunta partendo da pochissime tracce audio. Tutta intelligenza artificiale e zero buon gusto.

Steve Jobs parla via IA nella raccapricciante intervista di Joe Rogan

La stessa cosa si può dire per Rogan per questa performance che non è la prima fatta dall’ex commentatore degli incontri di arti marziali diventato podcaster nel 2009 e milionario più di recente, da quando è stato “acquistato” prima dalla radio via satellite americana SiriusXM e poi da Spotify.

Vincitore di premi, popolarissimo ma anche famoso per la sua capacità di esporre opinioni controverse e divisive (ad esempio sui vaccini anti covid o sull’ambientalismo, sulla sua opposizione alla circoncisione dei neonati o per la sua transfobia), Rogan non si risparmia e appartiene a quella categoria di intrattenimento che non cerca il cervello degli ascoltatori ma punta alla pancia e allo spettacolo, spesso piuttosto grezzo.

In particolare, è la voce dietro a Podcast.ai è un podcast settimanale che approfondisce un nuovo argomento, interamente generato dall’intelligenza artificiale. Gli episodi sono resi con le voci ultra-realistiche di play.ht e le trascrizioni sono generate con modelli linguistici ottimizzati. Per esempio, l’episodio di Joe Rogan su Steve Jobs è stato addestrato sulla base della sua biografia e di tutte le registrazioni che gli autori sono riusciti a trovare online, in modo che l’intelligenza artificiale potesse riportarlo in vita con precisione.

Steve Jobs parla via IA nella raccapricciante intervista di Joe Rogan

Lo scopo, spiegano gli autori, è semplice “Volevamo spingere i confini di ciò che è possibile fare con l’attuale stato dell’arte della sintesi vocale, volevamo creare contenuti che potessero ispirare altri a fare lo stesso, e non c’è nessuno che abbia ispirato e influenzato il mondo della tecnologia più di Steve Jobs, ecco perché nel primo episodio abbiamo riportato in vita la sua voce”.

Come funziona il meccanismo? Quanto è reale Steve Jobs? Poco. Abbiamo detto della sua innaturalezza rispetto a chi è più abituato a sentire la sua voce. Ma c’è di più. Intanto, la voce ha una serie di difetti. C’è un leggero tocco robotico, l’intonazione a volte non corrisponde al contenuto e non c’è abbastanza variazione nel ritmo. Anche le risate sono tremende. Detto questo, è comunque notevole la somiglianza tra la voce e quella reale, soprattutto a un ascolto superficiale e distratto.

C’è anche un altro aspetto di cui va tenuto conto: il tipo di lavoro fatto dall’intelligenza artificiale. Chi ha paura della morte immagina di poter essere clonato digitalmente e tornare a vivere in maniera più “stabile” rispetto a un organismo biologico e trae forse ispirazione da questo tipo di esperienze: la mente artificiale che assorbe gli elementi in vita di una persona e li riorganizza dandogli uno spazio digitale.

Invece, descrivere il contenuto dell’intervista a Steve Jobs di Joe Rogan come generato genuinamente dall’intelligenza artificiale è una vera e propria forzatura. Appare chiaro che il sistema prende pezzi di discorsi e interviste e keynote tenuti da Steve Jobs anziché generare contenuti completamente nuovi. In pratica, rileva le parole chiave e costruisce sulla base di queste un albero di frammenti, foglie con uno specifico significato, salvo poi rimetterle assieme creando al volo una ghirlanda che dovrebbe sembrare un discorso autonomo ma che in realtà è semplicemente un patchwork.

Per usare un’immagine diversa, pensare che l’AI che crea l’intervista di Steve Jobs sia un imitatore o un attore che pensa e interpreta il ruolo di Steve Jobs è come dire che chi ritaglia fotografie per fare un collage è un grande pittore. Semplicemente, non è così.

Il contenuto dell’intervista, poi, è decisamente secondario. Ma questo è un altro discorso. Vale la pena ascoltarlo e farsi un’idea direttamente. A settembre Laurene Powell Jobs, Tim Cook e Jony Ive hanno presentato sito web e progetto Steve Jobs Archive, supportato anche da Apple: ne abbiamo parlato in questo articolo. Sulle pagine di macitynet trovate centinaia di articoli che parlano di Steve Jobs: per i migliori libri su Apple e Steve Jobs è possibile partire da qui.


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