Molti ritengono che il destino di Apple sia stato segnato dall’uscita e poi dal rientro di Steve Jobs, quando nel 1996 fu richiamato prima come consulente e poi come Ceo temporaneo. In realtà il ritorno a sorpresa di del fondatore al timone era già stato deciso e programmato da Jobs in persona, un anno prima che gli eventi si svolgessero.
A precisare i fatti è Larry Ellison, fondatore e patron di Oracle durante il discorso tenuto alla University of Southern California. Mentre secondo la biografia di Walter Isaacson l’incontro è avvenuto in una vacanza alle Hawaii nell’inverno del 1996, Ellison racconta che il destino di Apple fu deciso durante una passeggiata nel Castle Rock State Park nelle montagne di Santa Cruz, vicino a Los Gatos in California.
Allora Apple era in profonda crisi ed era valutata solamente 5 miliardi di dollari, situazione che rendeva possibile una scalata da parte di Ellison, con relativi soci e finanziatori, che avrebbero poi posto Jobs al ruolo di Ceo, operazione che avrebbe fruttato ingenti guadagni.
Jobs si fermò di colpo, pose le mani sulle spalle dell’amico e disse «Larry, questo è il motivo per cui è così importante la nostra amicizia. Non hai bisogno di più soldi. Non sto facendo questo per soldi, non voglio essere pagato. Se faccio questo devo farlo da una posizione morale più alta».
Ellison spiega che Jobs aveva ragione: ad un certo punto non si tratta più di una questione di soldi. Il confondatore di Apple suggerì una alternativa molto più complessa e articolata che prevedeva la vendita di NeXT ad Apple e il suo rientro come consulente, in previsione poi di essere individuato dal consiglio di amministrazione come l’unico in grado di risollevare le sorti della società. E questo è proprio ciò che è avvenuto un anno dopo.