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Steve Jobs: il lascito e il futuro realizzato nell’ottavo anniversario della scomparsa

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Non sono passati ancora dieci anni, un numero simbolico che viene utilizzato per marcare un arco di tempo lungo associato al passare di un’epoca, ma i cambiamenti dopo la dipartita di Steve Jobs non potrebbero essere più evidenti.

Il Ceo e co-fondatore di Apple è scomparso oggi, otto anni fa, per il tumore al pancreas che lo ha portato via a 56 anni durante il più clamoroso secondo atto nella storia del business. Jobs, che aveva fondato Apple con Steve Wozniak e Ronald Wayne il primo aprile del 1976, aveva portato l’azienda sino al suo primo traguardo, il lancio del primo Apple, dell’Apple II e poi del Macintosh originale, salvo poi venir estromesso dalle cariche sociali dell’azienda, passare un periodo di ricerca di se stesso e poi di nuovo come imprenditore con due altre aziende (NeXT e Pixar), e infine ritornare nel 1997 alla guida di Apple rilanciandola in maniera spettacolare.

L’ottavo anniversario della scomparsa di Steve Jobs

Nei quattordici anni che ha guidato Apple per la seconda volta Steve Jobs ha trasformato l’azienda, messo insieme una squadra di tecnici, designer e manager di primissimo livello, e creato una serie di prodotti iconici. Dagli iMac agli iBook e MacBook (nelle varie declinazioni incluso il rivoluzionario Air), l’iPod, iTunes e il sistema di vendita della musica, televisione e film online, gli Apple Store, l’iPhone e infine l’iPad, presentato durante l’ultima apparizione pubblica di Steve Jobs, poco prima della sua morte.

Jobs ha consegnato, con risultati che hanno fatto a lungo discutere, i suoi pensieri e le sue memorie a un biografo d’eccezione, Walter Isaacson. Ma ha anche impostato la costruzione del campus in cui attualmente si è spostato il quartier generale di Apple – e che non ha mai visto realizzato. E ha scelto il suo successore: quel Tim Cook che si è dimostrato un leader basato sui valori, capace di gestire e ingegnerizzare una Apple sempre più grande ed efficiente, anche se con una minore visione di prodotti di quella oggettivamente inimitabile di Steve Jobs.

L’ottavo anniversario della scomparsa di Steve Jobs

Apple mantiene il minimalismo e la fedeltà ai prodotti immaginati e realizzati durante l’epoca di Steve Jobs, procedendo lungo le direttrici di affinamento e di trasformazione del business sempre più verso i servizi che probabilmente Steve Jobs aveva intravisto: la ricerca di una quadra per la televisione e la comprensione che Apple non era solo una azienda hardware o informatica (fu lui a voler togliere “Computer” dalla ragione sociale di quella che dal 2010 si chiama “Apple Inc”) ma qualcosa di più perché la tecnologia stava permettendo alle grandi aziende di avere un ruolo a tutto campo nel mondo, come accade con Amazon, Facebook, Google e sempre più anche con la “vecchia” Microsoft, l’unica sopravvissuta del mondo che fu assieme ad Apple.

Oggi la Apple che ha preso forma è una sorta di figlio adottivo di Tim Cook, che però era cresciuto ben oltre la maggiore età con Steve Jobs. Da Cook ha preso anche una propensione molto forte per il business e la produzione immaginata in termini di crescita finanziaria e di efficienza economica, con un rischio che però potrebbe rappresentare uno dei più grandi problemi della Apple del prossimo futuro. Dall’epoca di Barack Obama presidente degli Stati Uniti all’attuale epoca Donald Trump avere quasi tutta la produzione e al tempo stesso il secondo mercato al mondo per gli acquisti in Cina è diventata – da un fattore di crescita – un forte rischio geopolitico. E la Apple di Tim Cook se ne sta rendendo conto, mentre cerca di barcamenarsi in una situazione molto più competitiva e difficile di quanto non fosse prima.

L’ottavo anniversario della scomparsa di Steve Jobs

Inoltre, la Apple di Tim Cook si è trovata a dover affrontare scontri che non erano più solo battaglie quasi personali di Steve Jobs – come quello con Google ed Eric Schmidt che avevano “scippato” iOS/Android tanto quanto Bill Gates aveva “scippato” l’interfaccia a finestre da Mac a Windows. Cook ha dovuto affrontare una trasformazione sistemica tutt’altro che finita in cui la privacy e l’importanza della riservatezza dei dati personali era precedentemente inedita almeno per il grande pubblico.

Le pressioni delle forze dell’ordine di tutto il pianeta, che cercano di imporre il proprio ordine e i propri valori non solo dentro le teste delle persone che controllano – i cittadini o sudditi, a seconda del contesto geopolitico – ma anche degli utenti delle grandi aziende. Lungi dal voler esercitare quella stessa forma di controllo in concorrenza con gli stati-nazione, come ad esempio fa tipicamente Facebook e neanche troppo nascostamente vorrebbero fare Amazon, Google e Microsoft, invece Apple gioca una partita sui valori e sull’autonomia il cui esito è tutt’altro che deciso.

L’ottavo anniversario della scomparsa di Steve Jobs

Chiedersi chissà che cosa avrebbe detto o fatto o pensato Steve Jobs è poco più di un esercizio di retorica. Non lo sappiamo, non è neanche scontato capirlo, non possiamo immaginare neanche se avrebbe approvato il corso che Tim Cook ha dato ad Apple. L’uomo che ha consacrato la sua vita alla realizzazione di una delle aziende più importanti dei tempi moderni, perseguendo esplicitamente l’ambizione di cercare il bello e di voler lasciare una tacca nella storia, è stato anche l’uomo che ha dovuto imparare a lasciare andare quello a cui teneva di più – amore, figli, Apple – e trovare un modo per cui la sua eredità non fosse un ostacolo bensì un facilitatore per chi veniva dopo.

La richiesta a Tim Cook non è stata di fare come Steve Jobs avrebbe voluto fare, ma guardarsi dentro e fare come Tim Cook pensava che fosse bene fare. Il desiderio di Jobs era di creare un’azienda matura e autonoma, che sapesse andare avanti da sola, e che magari ogni tanto si ricordasse di Jobs.

I problemi, gli ostacoli, gli sbagli, le vittorie, le grandi soddisfazioni: sta accadendo tutto non come Steve Jobs aveva previsto, ma semplicemente come aveva sperato. Si chiama crescere e lasciar andare. È il più grande regalo che potesse fare ad Apple e ai suoi utenti.

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