Era Jobs il grande vecchio e l’ideatore del presunto “cartello” organizzato dalle aziende della Silicon Valley per non rubarsi l’un l’altro i dipendenti e tenere bassi gli stipendi. Questa, almeno, è la tesi che sta dietro la class action intentata da 64 mila ingegneri che reclamano complessivamente danni per diversi miliardi di dollari.
Secondo la ricostruzione dell’avvocato Joseph Saveri, legale rappresentante dei professionisti, il patto di non belligeranza fra le aziende della zona fu per la prima volta proposto negli anni 80, quando George Lucas vendette parte della Lucasfilm a Steve Jobs, operazione che avrebbe poi consentito la nascita di Pixar. Lucas si accordò con Jobs per far sì che le due aziende non si rubassero i rispettivi talenti; il patto prevedeva che a qualunque offerta di lavoro non seguisse un rilancio, per prevenire una escalation degli stipendi.
Jobs sfruttò la stessa strategia nel 2005 quando Sergey Brin tentò di assumere ingegneri pescando dal team browser di Apple; Jobs minacciò il cofondatore di Google in un’email: “Se assumerete anche solo una di queste persone, sarà guerra”. Brin si tirò indietro e accondiscese a firmare una sorta di accordo simile a quello che Jobs aveva raggiunto con LucasArts. L’efficienza di questo patto si sarebbe manifestata nel 2007 quando un reclutatore di Google approcciò di sua iniziativa un ingegnere di Apple; Jobs chiamò i vertici di Big G ed ottenne il licenziamento del reclutatore di Mountain View nel giro di un’ora. Nel corso del tempo poi il controllo di Jobs si estese anche agli ex dipendenti Apple e impose il suo veto su assunzioni da parte di Google di ingegneri e dipendenti chiave che avevano lasciato Cupertino, non solo quelli che erano ancora suoi lavoratori.
Sarebbero molte le aziende della Silicon Valley coinvolte, non solo Apple e Google; anche Adobe, Intel, Intuit, oltre ed ovviamente Pixar a Lucasfilm, avevano trovato comodo evitare il rilancio visto che questo tagliava i costi. Solo un’azienda sembra aver resistito alle minacce di Jobs: Palm. Nel 2007, in occasione dell’assunzione del fuoriuscito da Apple Jon Rubinstein, Jobs aveva proposto lo stesso patto di non belligeranza all’allora presidente di Palm, Edward Colligan; questi rifiutò facendo notare a Jobs che sarebbe stato qualcosa di illegale. E non a caso in Palm sono approdate decine di ingegneri Apple e manager, inclusi alcuni anche di alto livello. A quel punto Jobs minacciò Palm di sguinzagliare i suoi avvocati alla ricerca di violazioni di brevetti, nel tentativo di intimorire Palm, ma Colligan non cedette:
Molte volte ci si confronta con qualcosa che potrebbe diventare svantaggioso ma è necessario prendere decisioni critiche su ciò che è moralmente sbagliato. Sfortunatamente questo non accade tanto spesso quanto dovrebbe.