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Fassbender “Non devo somigliare a Steve Jobs”: cinque curiosità sul nuovo film

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“Steve jobs|” di Aaron Sorkin, nelle sale cinematografiche a partire dal 9 ottobre, sarà il secondo film che racconta la vita del compianto Steve Jobs, fondatore di Apple di cui sono già state scritte numerose biografie – di cui solamente una ufficiale di Walter Isaacson – ed è stato girato un documentario che sarà mostrato al pubblico a settembre, senza dimenticare il musical, in arrivo nel 2017, commissionato dalla Santa Fe Opera.

Riguardo il film in arrivo, il Time ha raccolto cinque curiosità che rivelano alcuni interessanti retroscena sull’attore protagonista Michael Fassbender giustificando anche qualche scelta di produzione. La prima curiosità, la più evidente, è che Fassbender non assomiglia per niente a Steve Jobs: non ha la stessa capigliatura, così come i lineamenti sono del tutto diversi da quelli del personaggio che interpreta. Si tratta di una scelta ben precisa e dettata dalla principale volontà di creare «un ritratto di Steve Jobs, piuttosto che una fotografia» come invece è stato fatto con il precedente film dove Ashton Kutcher, con il giusto trucco, era fisicamente molto più simile a Jobs. «Abbiamo deciso che non dovevo somigliargli per niente» racconta Fassbender «L’obiettivo era piuttosto quello di incapsulare il suo spirito». I costumi invece sono più accurati, primo tra tutti spicca il famoso dolcevita nero, abitualmente indossato da Jobs negli ultimi anni in Apple e con cui saliva sul palco quando presentava un nuovo prodotto.

Interessante anche scoprire che “steve jobs|” non sarà il classico film biografico: sarà invece suddiviso in tre episodi per raccontare rispettivamente il lancio del Macintosh, la NeXT del 1988 e l’iMac nel 1998. Tutte le riprese girano intorno al dietro le quinte di Jobs, prima di salire sul palco. «Non è la storia di come è stato inventato il Mac» racconta il regista Danny Boyle «Ho pensato che il pubblico si sarebbe aspettato qualcosa di simile» giustificando la scelta di fare un film del tutto “nuovo”.

Per riuscire nell’impresa, Sorkin non si è affidato alle sole biografie attualmente esistenti: ha invece parlato con molte persone che hanno lavorato con Jobs, per cercare di cogliere il più possibile tutte le informazioni utili per la realizzazione del film. «Sono stato molto fortunato ad aver potuto parlare con John Sculley, ci sono cose che lui stesso ha voluto precisare come si deve» a conferma della recente dichiarazione dell’ex CEO di Apple riguardo il fatto che questo film “renderà giustizia sul suo rapporto con Jobs”. Sorkin ha anche parlato con Lisa Brennan-Jobs, uno dei personaggi più importanti del film.

Il film, si scopre, è stato girato a San Francisco, nonostante i costi altissimi per garantire le riprese. Boyle ha girato le scene di ciascuno dei tre capitoli in momenti differenti ed ha insistito che le riprese fossero fatte a San Francisco o comunque per la maggior parte nei luoghi dove i fatti sono accaduti realmente. «Avrebbe potuto risparmiare qualcosa come 5 milioni di dollari girando le stesse scene ad esempio a Praga» gli hanno fatto notare i finanziatori della produzione «ma è proprio lì che è nato il mondo moderno e a meno che non accada qualcosa, per i prossimi 50 anni il mondo vivrà a pieno ciò che porterà con sé questo film» ha raccontato il regista.

Infine, per Fassbender non è stato per niente facile interpretare Jobs in alcune specifiche scene. L’attore infatti è quello che possiamo tranquillamente definire un anti-tecnologico «sono terribile con la tecnologia: si comporta in maniera strana con me. Ogni cosa va in tilt» spiega l’attore «mi sono addirittura rifiutato di avere un telefono cellulare per tantissimo tempo, finché non sono stato quasi costretto per lavoro: “non riusciamo ad entrare in contatto con te. Questa cosa non può più andare avanti”».

steve jobs

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