I tanti che conoscono anche poco la storia di Steve Jobs, sanno che in gioventù aveva viaggiato in India; dopo aver lavorato per l’industria dell’allora nascente mercato dei videogiochi, nel 1974 chiese un anno di permesso per partire e andare nell’ashram di Kainchi di Neem Karoli Baba, guru dell’induismo molto noto negli USA tra gli anni 60 e 70 e che era morto un anno prima. Da quell’esperienza Jobs affermò di essere tornato illuminato, al punto da rientrare in patria con la testa rasata e i vestiti tradizionali. Frequentò il Los Altos Zen Center in California e diventò seguace di Kobun Chino, monaco della scuola Soto Zen educato in Giappone, che diventerà poi il consigliere spirituale di NeXT, l’azienda fondata da Jobs nel 1985.
Il CEO di Facebook Mark Zuckerberg nel corso di un incontro con il Primo Ministro Narendra Modi ha raccontato una storia che conoscono in pochi.
Prima che le cose cominciassero ad andare veramente bene, vivevamo un brutto periodo e un sacco di persone volevano comprare Facebook e ci dicevano che avremmo dovuto vendere la società. Andai a visitare uno dei miei mentori, Steve Jobs, e mi disse che per riconnettermi con quella che era la mission aziendale, avrei dovuto visitare il tempio dove era andato lui in India all’inizio dell’evoluzione che lo portò a pensare a cosa volesse per Apple e alla sua visione di quale avrebbe dovuto essere il futuro.
Zuckerberg dice di avere seguito il consiglio di Jobs e in base alla sua esperienza personale, il futuro di Facebook si è perfettamente delineato davanti a sé. Apple, di fatto, è stata una delle prime aziende a mostrare interesse nei confronti di Facebook; quando ancora quest’ultima si chiamava Thefacebook, la Casa della Mela accettò di sponsorizzare una pagina sul social network pagando 1$ per utente e un minimo mensile di 50.000$: all’epoca si trattava del più grosso investimento che qualcuno avesse fatto nel social network. In qualche modo, il consiglio di Jobs sembra abbia funzionato…