La casa madre di Jeep, Stellantis, sta per chiudere una fabbrica nell’Illinois (USA), il che porterà al licenziamento di circa 1.350 dipendenti a inizio anno nuovo. La struttura si trova nella contea di Boone, a Belvidere, una città a circa 120 chilometri a nord-ovest del centro di Chicago, ed è responsabile della produzione della Jeep Cherokee, un crossover con motore a combustione interna.
Le cause
Stellantis ne ha parlato con Reuters, dove ha spiegato che la decisione di licenziare è stata dettata in larga parte dal costo dell’elettrificazione delle proprie autovetture:
[L’industria automobilistica] è stata influenzata negativamente da una moltitudine di fattori come l’attuale pandemia di COVID-19 e la carenza globale di microchip, ma la sfida più impattante riguarda l’aumento dei costi legati all’elettrificazione del mercato automobilistico.
Cosa potrebbe succedere
In ballo ci potrebbe essere anche la chiusura definitiva della struttura, al momento chiusa a tempo indeterminato. Ed è plausibile che andrà a finire proprio così – spiega il presidente del negozio United Auto Workers Local 1268, Tim Ferguson – visto che nei documenti dell’azienda si parla proprio di spostare la produzione di Cherokee in una struttura a Toluca, in Messico:
Per me, non ci sono dubbi al riguardo: il loro piano è chiudere questo impianto.
Anche Ford sulla stessa scia
Stellantis non è la prima casa automobilistica a incolpare i veicoli elettrici come causa primaria dei recenti licenziamenti. Ad esempio in agosto Ford ha tagliato circa 3.000 posti di lavoro perché – disse – c’era «l’opportunità di guidare questa nuova ed entusiasmante era di veicoli connessi ed elettrici […] Costruire questo futuro richiede di cambiare e rimodellare praticamente tutti gli aspetti del modo in cui operiamo da più di un secolo».
Cosa succede nel mezzo
Nel frattempo i sindacati in Italia, Francia, Canada e in altre parti del mondo, dopo un anno di inflazione globale record, hanno chiesto a Stellantis di aumentare i salari dei lavoratori fino all’8,5%, tanto più che nel terzo trimestre dell’anno la società ha dichiarato che i ricavi sono cresciuti a 42,1 miliardi di euro, ovvero del 29% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Va però anche ricordato che l’azienda a maggio si è anche impegnata a pagare 280 milioni di euro per mettere fine a una storia che la vedeva nascondere illegalmente la quantità di inquinamento prodotto dai suoi veicoli a motore diesel.
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