Non bloccheremo le fonti di notizie russe: lo ha annunciato Elon Musk su Twitter in risposta alle richieste delle autorità di diversi governi occidentali, che vorrebbero veder bloccati i media russi dalla divisione Internet satellitare della sua compagnia missilistica SpaceX.
E’ infatti di pochi giorni fa l’annuncio dell’attivazione di Starlink in Ucraina e della conseguente consegna del carico di parabole per poter accedere al servizio con cui la società sta offrendo il proprio supporto alla crisi ucraina causata dalle azioni di demilitarizzazione della Russia nei suoi confronti. «A Starlink è stato chiesto da alcuni governi (non dall’Ucraina) di bloccare i media russi. Non lo faremo se non con un’arma puntata» ha scritto Musk tramite il suo profilo social: «Mi spiace, ma sono un assolutista della libertà di espressione».
Pochi giorni fa Elon Musk ha avvertito gli ucraini di utilizzare il sistema satellitare Starlink con cautela poiché la sua rete internet commerciale può essere attaccata dai russi proprio perché «in quanto sistema di comunicazione non russo, ha un’alta probabilità di essere presa di mira». «SpaceX ha riassegnato la priorità alla difesa informatica e al superamento del disturbo del segnale» ha poi aggiunto l’amministratore delegato della società in un altro tweet, spiegando che ciò «causerà lievi ritardi in Starship e Starlink V2».
Nel frattempo gli altri giganti della tecnologia hanno già bandito la TV RT e l’emittente radiofonica Sputnik e molti – tra cui Nike, Ikea, Apple, H&M, DHL e Netflix – hanno sospeso la vendita dei propri prodotti nel paese; LEGO invece ha bloccato la consegna dei suoi giocattoli. Nel mondo dello sport poi Adidas ha interrotto la partership con l’equivalente russo della Federcalcio mentre la FIA accetta solo piloti russi apolidi e il Comitato paralimpico internazionale ha annullato le Olimpiadi per i ragazzi disabili russi e bielorussi.
Come se non bastasse, la Biennale di Venezia accetta artisti russi «solo se si oppongono all’attuale regime» e la SIAE ha interrotto il pagamento dei diritti d’autore alle società russe, mentre negli Stati Uniti il cocktail Moscow Mule è stato ribattezzato Kiev Mule.
Anche dal fronte COVID-19 – di cui ormai non si parla più, ma c’è ancora – ci sono aggiornamenti a riguardo: la Regione Lazio ha interrotto la sperimentazione del vaccino Sputnik. A questo punto si attende l’intervento della Federazione dei cuochi per proibire l’insalata russa. E “schiaccianoci” si potrà ancora dire, oppure rievoca l’opera di Tchaikovsky?