Servirà più tempo del previsto per poter vedere i primi computer con unità SSD Optane di Intel. Queste unità sfruttano un particolare tipo di memoria denominata 3D XPoint, definita “rivoluzionaria” da Intel e Micron (le due aziende hanno collaborato alla sua realizzazione) e che consiste in un’architettura cross point senza transistor disposta secondo una scacchiera tridimensionale.
Tecnicamente le celle di memoria risiedono all’intersezione di linee di word e linee di bit, consentendo l’indirizzamento delle singole celle. Pertanto, i dati possono essere scritti e letti in piccole dimensioni, con conseguenti processi di lettura/scrittura più veloci ed efficienti.
A detta di Intel, 3D XPoint combina le migliori caratteristiche della tecnologia esistente: ha una capacità 10 volte superiore rispetto alla DRAM, è 1.000 volte più veloce rispetto alla NAND e non è volatile, mantenendo comunque costi accessibili.
I primi SSD con tecnologia 3D XPoint sono stati presentati al pubblico all’IDF dello scorso anno dal CEO di Intel Brian Krzanich, evidenziando un aumento delle prestazioni di 5-7 volte rispetto agli SSD basati su memorie NAND. Il produttore aveva previsto la commercializzazione a partire dal 2016 ma AnandTech spiega che sarà data priorità prima ai dispositivi cloud-based e che dunque prima del prossimo anno non vedremo probabilmente la tecnologia XPoint su altri sistemi.