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Spotify tratta con le major musicali per nuove licenze e per la musica su iPhone

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Il popolare servizio di musica in streaming Spotify è in trattative con le tre principali etichette musicali per il rinnovo delle licenze a prezzi inferiori e anche per tentare di estendere i propri servizi gratuiti ai dispositivi mobile tra cui anche iPhone. Gli incontri con Warner Music sarebbero già cominciati mentre nelle prossime settimane lo stesso avverrà con Sony e Universal. E’ questo quanto riporta The Verge basandosi su informazioni provenienti da persone coinvolte nelle trattative. Il quadro completo, anche se non ufficiale, delinea un possibile punto di svolta per l’intero settore della musica digitale.

Nonostante il grande successo Spotify non ha ancora dimostrato di poter contare su un modello di business funzionante. Con 20 milioni di utenti di cui 5 milioni paganti, sembra che i ricavi totali della intraprendente start-up di Stoccolma siano appena sufficienti per coprire i costi vivi: la parte più consistente del ricavato, ben il 70%, serve per pagare le licenze alle etichette musicali, il 20% per raccogliere nuovi utenti e clienti, con un residuo del 10% per coprire tutti gli altri costi. Secondo gli addetti ai lavori il resto dei ricavi sarebbe interamente assorbito dai costi per la gestione e la manutenzione della piattaforma che rende possibile i servizi musicali di Spotify.

Dall’altra parte del tavolo delle trattative le etichette discografiche sembrano sempre meno propense ad accogliere ulteriori riduzioni di prezzo da parte di Spotify. Fino a oggi l’industria musicale ha potuto contare su Apple, Sony e poi anche Amazon e Google per tentare di compensare con le vendite via Internet il cronico calo delle vendite di CD, ma sempre con meno successo negli ultimi anni. In questo scenario i servizi in abbonamento come Pandora e Spotify sembrano rappresentare una via di salvezza ma con ricavi e margini al ribasso.

In definitiva l’esito delle trattative in corso e di quelle imminenti è tutt’altro che scontato, ciò nonostante l’eventuale fallimento di Spotify, evenienza tutt’altro che remota nel caso di un rifiuto su tutti i fronti da parte delle etichette discografiche, rappresenta una opzione che nessuna delle parti sembra voler prendere in considerazione. Viceversa un esito parzialmente o completamente a favore del servizio in streaming gratuito aprirà nuovi scenari per la musica digitale: una volta che le etichette musicali accoglieranno termini più favorevoli per Spotify per loro risulterà sempre più difficile richiedere e ottenere prezzi premium da Apple, Amazon, Google e Sony. Ancora, risulterà sempre più difficile negare ad altre società licenze per musica in streaming e in abbonamento. Per questa ragione dal successo di Spotify potrebbe dipendere il lancio o meno di un servizio equivalente da parte di Cupertino, previsto da mesi ma finora sembra sempre ostacolato dal veto delle major.
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