Dopo la richiesta ad Apple e altri big del settore di rimuovere dalle piattaforme di streaming musicale le canzoni generate da intelligenza artificiale AI, arriva un nuovo allarme su possibili abusi dell’intelligenza artificiale generativa applicata al settore della musica in streaming: secondo le ultime indiscrezioni, Spotify avrebbe rimosso dalla propria piattaforma decine di migliaia di brani generati con l’AI generativa Boomy.
In particolare, si afferma che il servizio abbia eliminato il 7% delle canzoni create dai sistemi di questa start-up, mettendo in luce l’ampia diffusione dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale sulle piattaforme di streaming musicale.
Cos’è Boomy
Boomy, che ha aperto i battenti nel 2021, permette alle persone di generare canzoni basate su input testuali.
Boomy afferma che i suoi utenti “hanno creato 14.554.448 canzoni“, ovvero poco meno del 14 percento della “musica registrata nel mondo”. Sul suo sito web si afferma che gli utenti possono creare canzoni originali in pochi secondi, per poi caricarle “su piattaforme di streaming e guadagnare quando le persone le ascoltano”.
Il problema degli ascolti gonfiati
Ad accendere l’allarme sarebbe stata Universal Music, che avrebbe informato Spotify e altri servizi musicali di attività di streaming sospette sui brani di Boomy. In altre parole, sembra che siano stati utilizzati bot per aumentare artificialmente il numero di ascolti e generare profitti ingiusti per gli uploader. Ricordiamo che Spotify paga i diritti d’autore agli artisti e ai detentori dei diritti in base al numero di ascolti.
“Lo streaming artificiale è un problema diffuso nell’industria musicale e Spotify sta lavorando per combatterlo su tutta la piattaforma”, ha dichiarato Spotify, che ha confermato di aver rimosso alcune tracce di Boomy, come segnala Engadget:
Quando individuiamo o ci vengono segnalati possibili casi di manipolazione degli ascolti, prendiamo misure per mitigarne l’impatto, incluso l’eliminazione dei dati di streaming e la sospensione dei pagamenti dei diritti d’autore. In questo modo proteggiamo i pagamenti dei diritti d’autore per gli artisti onesti e lavoratori
Musica e AI, quanti problemi
La musica generata dall’intelligenza artificiale ha fatto notizia il mese scorso quando una canzone, che sembrava includere le voci di Drake e The Weeknd, è diventata virale. Universal Music Group, che rappresenta entrambi gli artisti, ha affermato che l’utilizzo delle voci del duo per addestrare sistemi di intelligenza artificiale generativa costituisce “una violazione degli accordi e una violazione del diritto d’autore”. Alla fine, sia Spotify che Apple Music hanno rimosso la canzone dalle loro librerie.
Dai numeri dell’industria musicale arriva l’allarme sull’impatto globale dei brani generati dall’intelligenza artificiale, nonché sull’utilizzo di bot per gonfiare il numero di ascolti e sottrarre denaro dai fondi utilizzati dai servizi di streaming per pagare i diritti d’autore.
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