Con l’arrivo di Apple Music qualcuno si era rapidamente preparato a suonare la marcia funebre per Spotify, organizzando il funerale del servizio di musica in streaming svedese ancor prima che l’alternativa di Cupertino aprisse le danze.
Se i proclami davano (ed in alcuni casi danno ancora) Spotify come agonizzante, la realtà suona tutta un’altra musica: come dimostrato da una puntuale ricerca di Bloomberg (ripresa da Quartz), dopo il lancio di Apple Store la quota di download di Spotify su App Store ha subito solo una leggera flessione. Una conseguenza normale vista l’irruzione di un temibile concorrente come Apple Music, ma ben lontana dal rappresentare quel tracollo paventato anzitempo.
A livello globale, Spotify si posiziona tra le prime 10 app gratuite scaricate su dispositivi iOS in 22 paesi e tra le prime 100 in 55 paesi, almeno secondo i dati di App Annie raccolti in luglio. In Italia in questo momento si gode la sua sedicesima posizione.
Numeri che fanno pensare a tutto tranne che ad una crisi di popolarità del servizio, impressione ricavata anche dalle citazioni di Spotify su Twitter, che superano quelle di Apple Music, e non di poco.
La sensazione che è possibile ricavare dal mercato del qui ed ora è che Apple Music non sia riuscita a convincere quella porzione di utenza che – rispetto a Spotify – si aspettava differenze importanti in termini di fruizione, offerta economica e funzionalità.
Sensazione che noi stessi abbiamo ricavato dalle risposte che ci avete dato su Facebook in merito alle vostre preferenze fra i due servizi: com’era prevedibile, c’è chi si è subito gettato a capofitto fra le braccia della Mela rinnegando Spotify e sposando la causa di Appple Music; una buona fetta di commenti però si concentrano più sui difetti che sui pregi del servizio, rivelando un’alta fedeltà nei confronti dell’azienda svedese al grido di “Spotify tutta la vita”, esultanza che nasce forse più per demeriti Apple che per meriti altrui.
Fra i difetti principali che avete citato per Apple Music elenchiamo scarsa immediatezza, crash ripetuti soprattutto su Mac, un’interfaccia utente poco curata e molto confusa e non da ultima l’integrazione musicale del servizio, che ha sollevato più lamentele che apprezzamenti.
In conclusione sembra che per ora – come affermato nel commento più apprezzato sul nostro post Facebook – Spotify possa dormire sonni tranquilli: Apple dovrà fare di meglio. A questo link il nostro post su Facebook, cui potete sempre partecipare.
