Si potrebbe dire che 108 milioni di abbonati alla versione premium di Spotify siano una bella cifra, soprattutto se si fa il paragone con lo scorso anno – quando ne erano il 31% in meno – e se li si raffrontano ai 60 milioni di abbonati Apple Music, suo diretto rivale. Eppure la società non è completamente soddisfatta.
A margine dell’annuncio del raggiungimento di questo traguardo l’azienda infatti ha rivelato di aver puntato più in alto, sperando di riuscire a raggiungere almeno i 110 milioni di utenti paganti. Per di più c’è da dire che tra maggio e giugno la società ha promosso un’offerta che consentiva di abbonarsi al servizio per tre mesi a soli 0,99 euro al mese anziché 9,99 euro.
Questa azione ha certamente permesso a Spotify di aumentare considerevolmente i nuovi abbonati, senza pur tuttavia raggiungere il traguardo prefissato. E’ tuttavia la conferma che questa strategia funziona, ma ne servono delle altre per tornare in auge.
Al momento l’azienda, tra le altre, ha intrapreso una nuova strada per incoraggiare l’uso del proprio servizio nei mercati emergenti. Si chiama Spotify Lite e consiste in una versione dell’app – solo per Android, visto il basso costo di alcuni modelli praticamente irraggiungibile anche dall’iPhone meno costoso sul mercato – appositamente progettata su telefoni poco performanti e che navigano sotto reti con larghezza di banda limitata.
La società sta scommettendo molto anche sui podcast nel tentativo di aumentare la propria base di iscritti. Dal lancio di ottobre ha infatti registrato una crescita sostanziale: attualmente conta 10 milioni di utenti che trasmettono almeno un podcast al mese. Il servizio tra l’altro conta una nuova funzione denominata Your Daily Drive che miscela per l’appunto podcast, notizie e canzoni basate sui gusti dell’utente da ascoltare quando si è alla guida.
Inoltre Spotify ha avviato una partnership con la casa di produzione Higher Ground di Michelle Obama, che si impegnerà a produrre contenuti esclusivi per la piattaforma che «aiutino le persone a connettersi emotivamente e ad aprire le loro menti e il loro cuore».
Ma forse tutto questo non basta. Anche se gli abbonati paganti aumentano, i ricavi della società scendono ad ogni trimestre. Ne è una (ulteriore) piccola dimostrazione il guadagno medio per utente, pari a 4,86 euro, inferiore ai 9,99 euro dell’abbonamento mensile proprio perché la crescita è spinta maggiormente dalle promozioni che non dall’attrazione verso funzioni e servizi. Ed è proprio in questo che invece Apple Music stravince: l’azienda di Cupertino infatti non deve preoccuparsi troppo di quanto sia redditizio il proprio servizio dal punto di vista degli abbonamenti. Si tratta infatti di uno dei tanti modi per tenere le persone all’interno dell’ecosistema Apple e che, di conseguenza, favorisce le vendite dei dispositivi.