Spotify, leader nel settore della musica in streaming, potrebbe vedere la luce in fondo al tunnel nel 2017, realizzando finalmente profitti, come dichiarato da uno dei membri del team nelle scorse ore. A domanda diretta, riguardante la possibilità che la piattaforma diventi finalmente redditizia, Par-Jorgen Parson, uno dei primi investitori di Spotify, ha chiarito ai microfoni di Reuters che che lo diverrà “assolutamente”.
Attualmente, il colosso della musica in streaming opera in 60 mercati e vanta più di 40 milioni di abbonati a pagamento. In confronto, Apple Music è disponibile in 115 mercati e ha 17 milioni di clienti paganti, e oltre 30 milioni di canzoni nel suo catalogo. Anche se le cifre potrebbero far pensare a una piattaforma particolarmente conveniente per il colosso stesso, non è così, e spesso i conti in rosso lo hanno dimostrato. Sembra, però, che le cose siano destinate a cambiare e lo stesso Parson ha finalmente ammesso che uno degli obiettivi principali debba essere la “crescita, crescita, crescita”. Forse la redditività inizierà a diventare una priorità, ammette lo stesso, e come investitore della società da oltre 10 anni, si è necessariamente in attesa che questo accada.
Il 2017, spiega l’investitore, potrebbe essere l’anno giusto per rendere la piattaforma redditizia. Anche perché il servizio sta iniziando ad espandersi; lanciato in Giappone di recente, ha gli occhi puntati su nuovi mercati come Cina, Russia e Corea del Sud. Giusto per fare i conti in tasca a Spotify, nel 2015, la piattaforma ha registrato una perdita operativa di 184,5 milioni di euro, rispetto ai 165,1 milioni persi nel 2014. Per una società che impiega quasi 2.000 dipendenti in tutto il mondo, c’è da augurarsi che il 2017 possa essere l’anno giusto.