Il botta e risposta tra Spotify e Taylor Swift sui pagamenti delle royalties musicali si infiamma sempre di più, ora supportato dai numeri: secondo Spotify il servizio di musica in streaming potrebbe raggiungere 6 milioni di royalties cedute all’artista ogni anno entro la fine del 2014, con 2 milioni solo negli ultimi 12 mesi; il manager dell’etichetta discografica della cantante pop-country cita, invece, “solo” 500 mila dollari di guadagno per Taylor Swift.
In realtà, per quanto molto differenti, numeri snocciolati da Spotify e quelli che arrivano dall’entourage di Taylor Swift non sono così inconciliabili. Da una parte, quando si parla di 2 sono di royalties si fa una stila a livello mondiale, ovvero quanto corrisposto dall’azienda svedese in termini di royalties per gli ascolti in streaming da parte degli utenti sparsi per il globo che sfruttano Spotify, i 500 milioni citati da Ed Borchetta, CEO di Big Machine, l’etichetta indipendente di Nashville che ha sotto contratto Taylor Swift includono invece solo le royalties sul mercato statunitense, sicuramente il primo mercato di Taylor Swift in termini di popolarità, ma non certamente l’unico.
I 6 milioni cui si riferisce Daniel Ek, VEO di Spotify, direttamente nel blog ufficiale sono invece riferiti alle cifre in proiezione per i prossimi mesi; con l’incrementare degli utenti Spotify, le royalties per artisti come Spotify potrebbero eccedere i sei milioni di dollari per anno.
La verità è che da tutte e due le parti, lo scontro fra numeri al momento ha un mero scopo propagandistico, utile per tirare semplicemente l’acqua al proprio mulino e si inserisce in una più ampia discussione sull’ascesa della musica in streaming, che al momento resta ancora molto difficile da digerire per la maggior parte degli attori coinvolti nel sistema musicale.