Spotify ha annunciato di aver raggiunto oltre 140 milioni di utenti attivi in tutto il mondo. Un traguardo importante e che giunge a, relativamente, poca distanza dal precedente traguardo quello dei 100 milioni di utenti attivi, tagliato nel giugno del 2016.
L’azienda ha dunque guadagnato circa 40 milioni di ascoltatori in un anno e rimane ad oggi il più grande servizio di streaming musicale al mondo. Anche se qui sono calcolati anche gli abbonamenti gratis, l’azienda svedese dovrebbe essere largamente superiore ad Apple Music: nella sua comunicazione Spotify non aggiorna il numero di abbonati “veri”, ma le stime dello scorso marzo davano la cifra a 50 milioni a livello mondiale. Per fare un confronto, Apple alla recente Worldwide Developers Conference, ha annunciato che Apple Music ha ora 27 milioni di abbonati paganti, numero raggiunto in circa due anni di attività. Apple non dispone di un’opzione di ascolto gratuita e non comunica quanti utenti sfruttano il periodo di prova gratis di tre mesi, disponibile per chi crea un account Apple.
Sfruttando l’annuncio sull’incremento della sua base utenti, l’azienda ha anche sottolineato l’importanza della sua base utenti non paganti che usano l’ascolto gratuito supportato dalla pubblicità. Questa fascia di utenti – che potremmo stimare ragionevolmente a circa 80/90 milioni di utenti – potrebbe risultare particolarmente interessante per le aziende che desiderano programmare campagne pubblicitarie sui canali di Spotify.
L’azienda infatti ha perfezionato un’apposita attività deputata all’analisi dei gusti degli ascoltatori, realizzando così dei profili dei non abbonati, molto utili per chi vuole promuovere i suoi prodotti o servizi attraverso lo streaming. Grazie all’evoluzione dei suoi servizi, i ricavi derivanti dalla pubblicità hanno visto una crescita del 50% nel 2016 rispetto all’anno precedente.
In definitiva, se ben coltivata, la base utenti non paganti di Spotify potrebbe diventare un pilastro non trascurabile nei guadagni dell’azienda.