Spotify ha annunciato di aver acquisito Preact, un’azienda che dovrebbe aiutare la società di streaming musicale svedese a incrementare il numero di abbonati e a prevedere i comportamenti degli utenti, che potrebbero manifestare l’intenzione o la volontà di sottoscrivere un abbonamento mensile.
La tecnologia che sottende il modello di business di Preact è basata sul comportamento degli utenti e delle loro abitudini di ascolto, ed è in grado di recuperare informazioni molto importanti per un’azienda come Spotify attraverso l’analisi dei dati, l’apprendimento automatico e la scienza del comportamento.
Grazie questi sistemi, gli algoritmi di Preact sono capaci di prevedere o di individuare le abitudini di ascolto che, secondo le loro analisi, potrebbero consentire a Spotify di guadagnare nuovi utenti abbonati e di limitare il tasso di abbandono degli utenti che decidono di disdire la propria sottoscrizione.
Nonostante Spotify offra anche la possibilità di ascoltare musica gratuitamente, è indubbio come il suo business si regga principalmente sui 40 milioni di utenti abbonati (su 100 milioni di utenti iscritti), che rappresentano la principale fonte di fatturato dell’azienda svedese.
E’ quindi molto importante per Spotify riuscire ad analizzare le abitudini dei suoi utenti che utilizzano il servizio gratuitamente, per poi riuscire a convertirli con successo in utenti abbonati, disposti quindi a concedere un pagamento ricorrente di circa 10 dollari ogni mese, che va a rimpinguare le casse della società.
Preact, che è stata fondata a Los Angeles nel 2012, a seguito dell’acquisizione da parte di Spotify sposterà il suo team nelle sedi di Spotify a New York e a San Francisco, lavorando a stretto contatto con il team di Spotify.