Quando le argomentazioni scarseggiano i costruttori Android ridicolizzano iPhone: è questa l’impressione che si ha osservando il nuovo spot LG G7 ThinQ, da giugno disponibile anche in Italia, in cui si prende di mira il terminale di Apple con una raccolta di luoghi comuni.
L’effetto finale non è particolarmente divertente né brillante, ma soprattutto lo spot sembra celare difficoltà concrete per chi opera nel mercato smartphone, quindi Apple inclusa.
Il nome di iPhone o di Apple non vengono mai pronunciati, in ogni caso il povero protagonista del video rimane ancorato al suo terminale che senza dubbi è un iPhone. La compagna, gli amici e i conoscenti, persino la madre e i parenti gli consigliano di cambiare telefono e di passare a LG G7 ThinQ ma non c’è nulla da fare.
Le frecciate a iPhone consistono per lo più in una serie di luoghi comuni come per esempio lo schermo sempre rotto o la batteria costantemente bassa di carica, come se su un Android questo non succedesse, fino ad arrivare alla frustrazione da terminale lento, un riferimento agli iPhone rallentati da iOS in presenza di batteria degradata, o la costante necessità di usare cavi e adattatori a causa della porta proprietaria Lightning, dell’assenza del jack cuffie e altro ancora.
Nonostante il lungo elenco delle ragioni per lasciare iPhone per passare Android, il protagonista esita fino a quando arriva il colpo di genio, per così dire. Per decidersi serve l’intervento di una star, un personaggio famoso che in questo caso altri non è che Aubrey Plaza, celebre attrice e comica statunitense vista in numerosi film e serie TV. Per smuovere l’utente fedele basta un selfie con una star.
Lo spot di LG G7 ThinQ non convince nemmeno in USA dove circola negli ultimi giorni. Per molti la pubblicità manca l’obiettivo perché invece di mettere in evidenza specifiche e funzioni del proprio terminale, si limita a sbeffeggiare la concorrenza.
Per altri cela alcune difficoltà sempre più evidenti nel mercato smartphone, tra cui il calo delle vendite che interessa praticamente tutti i costruttori, dopo anni di crescite a doppia cifra, ma soprattutto l’assenza di voglia di cambiare da parte degli utenti una volta adottata una piattaforma.