Sun Dan Yong lavorava come incaricato delle spedizioni in Foxconn: il suo compito era quello di gestire spedizioni e arrivi tra Foxconn e Apple, incluso quello di inviare alla sede di Apple in Cupertino i prototipi di iPhone di quarta generazione realizzati presso Foxconn. Nella notte di giovedì il giovane Sun si è suicidato, lanciandosi da una finestra dopo una controverso episodio legato alla sparizione di uno dei pezzi che avrebbe dovuto inoltrare alla sede della Mela.
La vicenda, apparentemente legata al difficile mondo di chi gestisce i rapporti tra le fabbriche cinesi dove vengono costruiti i prodotti destinati al mondo occidentale, e i committenti, sempre bisognosi di riservatezza ed efficienza, viene raccontata da DigitalBeat.
Tutto sarebbe iniziato alcune settimane fa quando Sun averva ricevuto in affidamento alcuni prototipi di iPhone. Seguendo le procedure stabilite i pezzi sono stati ritirati dai laboratori Foxconn per essere preparati per la spedizione. à stato allora che il dipendente della società cinese avrebbe notato la mancanza di un prototipo avvisando il proprio responsabile che si è ovviamente preoccupato moltissimo. Lo smarrimento di un prototipo è un fatto davvero grave che potrebbe, potenzialmente, condurre alla rottura del contratto tra Apple e le stessa Foxconn; indispensabile in questa ottica per Foxconn stabilire di chi sia la responbilità e punire adeguatamente il colpevole. I vertici della società avrebbero fatto ricadere i sospetti sulla testa del loro dipendente inviando alcune persone presso il domicilio di Sun Dan Yong per verificare che il telefono non si trovasse a casa sua. Quella che secondo canali ufficiosi si sarebbe configurata come una vera e propria perquisizione senza una mandato, eseguita da persone non autorizzate, avrebbe umiliato e oppresso il dipendente di Foxconn spingendolo al suicidio, atto perpetrato con un tragico salto nel vuoto dalla cima di un palazzo.
La vicenda sta suscitando commenti e considerazione da parte della blogosfera che accusa il meccanismo con cui le aziende cinesi gestiscono i rapporti di lavoro con i dipendenti, sottoposti a fortissime pressioni che derivano a loro volta dalle richieste di segretezza ed efficienza delle aziende occidentali che inoltrano commesse per migliaia di miliardi di dollari ogni anno. Secondo Steven Li, blogger cinese, tra i più attivi nel raccontare la storia e, soprattutto, i suoi contorni, i lavoratori cinesi e soprattutto quelli più giovani, risultano praticamente indifesi quando qualcosa va storto in azienda: “Non sanno come proteggersi tramite il sistema legale. Anzi, non cercano nemmeno l’aiuto dal sistema legale. Quando non sopportano la pressione si affidano solo alle soluzione estreme per porre fine a tutti i problemi”.
In passato sono emersi irregolarità o trattamenti non idonei nei confronti del personale all’interno delle fabbriche che realizzano prodotti per le case occidentali. I ritmi di lavoro e il trattamento dei dipendenti in diversi casi non sono al pari degli standard di Europa e Stati Uniti. In passato anche Apple, messa sotto accusa dai media occidentali per essersi affidata ad aziende sospettate di maltrattare i dipendenti, ha dovuto intervenire pubblicamente per richiedere l’adesione ai canoni di dignità e rispetto dei lavoratori ad alcuni dei suoi partner in Cina. Cupertino aveva anche aperto una indagine formale ed indipendente sui ritmi di lavoro imposti nelle fabbriche di Foxconn. L’episodio del suicidio del giovane Sun Dan Yong, una volta delineati i contorni non ancora del tutto chiari e stabilito un effettivo legame con l’episodio del prototipo di iPhone sparito, potrebbe riaprire la discussione in merito e spingere Apple ad una nuova presa di posizione