SoundCloud, piattaforma di streaming e sharing musicale che ha caratteristiche diverse dai più noti Spotify e Apple Music, non ha mai navigato in buone acque, e già nel 2014 si parlava di tracollo finanziario. A gennaio di quest’anno, l’azienda aveva paventato la possibilità di restare al verde e ora il personale è stato avvisato che 143 persone dovranno lasciare l’azienda.
SoundCloud impiega al momento 420 dipendenti; le attività saranno “consolidate”, gestite, dal quartier generale di Berlino e da un ufficio a New York; le sedi di San Francisco e Londra saranno chiuse.
“Abbiamo bisogno di garanzie per un percorso a lungo termine” ha dichiarato sul blog dell’azienda Alex Ljung, co-fondatore e amministratore delegato. A suo dire SoundCloud ha raddoppiato i ricavi rispetto allo scorso anno ma non ha indicato ulteriori dettagli e spiegato la necessità dei tagli.
Il servizio vanta 175 milioni di utenti; rispetto a servizio di streaming come Spotify o Deezer, non offre tutte le canzoni degli artisti più famosi e in alcuni casi sono disponibili solo alcuni brani. La piattaforma è però molto usata da artisti emergenti; la versione “premium” è adatta per chi vuole caricare musica da condividere, vuole accesso a statistiche dettagliate e non vuole i limiti imposti da altri servizi.
“In un mondo della musica in streaming competitivo, abbiamo passato gli ultimi anni a far crescere e il business e più che raddoppiato il fatturato negli ultimi 12 mesi” scrive Ljung; “Abbiamo bisogno di garantire il nostro successo a lungo termine restando indipendenti. E raggiungere questo obiettivo richiede un taglio dei costi, la crescita continua dei flussi di entrate derivanti da pubblicità, abbonamenti e un focus inarrestabile sul nostro unico vantaggio competitivo – gli artisti e gli autori”.
“Con la maggiore focalizzazione e il bisogno di pensare al lungo termine, arrivano le decisioni difficili. Oggi, dopo un’attenta e dolorosa analisi, compiamo il difficile passo di congedare 173 membri dello staff di SoundCloud e di accorpare il team in due uffici: Berlino e New York”.
L’incapacità di creare un modello di business duraturo nonostante i grandi numeri evidenziati dagli abbonamenti, sono un elemento indicativo delle sfide non semplici che riguardano il mondo della musica. È sempre più complicato guadagnare per le aziende che operano nel settore dello streaming, al punto che molte (es. Pandora Media) neanche indicano dati effettivamente controllabili relativi ai profitti.