Se uno uscisse dalla proverbiale grotta solo tra qualche settimana e decidesse di scoprire cosa sono e come funzionano i videogiochi, iniziando con l’ultimo modello di Playstation Portable, potrebbe pensare che la nuova PspGo! sarà geniale. Innanzitutto perché è senza fili al massimo livello. Si basa su Wi-Fi e Bluetooth per tre motivi: far navigare in rete, far giocare in rete, far comprare i giochi dalla rete. Il massimo, no?
La nuova Psp è anche più piccola della precedente, come sappiamo: lo schermo ha perso quasi un pollice (da 4,3 a 3,8) e pesa il 43% in meno. Soprattutto, si connette e scarica, scarica, scarica. Anche se rimane la porta per Memory Stick sulle quali probabilmente sarà possibile acquistare giochi “bloccati”, in realtà è dentro il disco rigido allo stato solido da 16 Gigabyte che avranno spazio i games. E così va in pensione il formato UMD. Gli Universal Media Disc sono stati una cosa meravigliosa e al tempo stesso uno degli errori più colossali di Sony. Un errore classico, peraltro, di quell’azienda. Una premessa: chi scrive usa con profitto da anni una Psp prima generazione che considera assolutamente deliziosa, non cracckata e ha un’ampia “discoteca” di giochi e di film. Però sono una gran rottura di scatole.
I dischetti da 1,8 Gigabyte nella versione dual layer, sono dei mini-Dvd chiusi dentro un supporto di plastica , codificati a regioni per quanto riguarda i film (ma non per i giochi) e con una crittazione AES a 128 bit che dovrebbe garantire la sicurezza. Soprattutto, sono una tecnologia proprietaria e mono-uso. Si tratta della rivisitazione del concetto di Mini-Disc, la tecnologia sulla quale Sony ha investito di più e ha meno sfruttato. Nati per la musica, negli anni novanta i Mini-Disc erano il candidato ideale per sostituire i dischetti floppy (i Mini-Disc hanno capienza fino a 1 Gigabyte con scrittura e lettura magneto-ottica) ma Sony non ha voluto per paura che diventassero strumenti di copia non autorizzata della musica. Cinque anni fa, quando è stata concepita la Psp, sono stati scartati perché comunque masterizzabili, mentre Sony voleva un supporto proprietario (sulla falsariga delle cartucce usate storicamente da Nintendo) che quindi non fosse facilmente falsificabile per mancanza di masterizzatori sul mercato, successivamente comparsi per quanto riguarda i Mini-Disc, che vengono prodotti anche da altre aziende.
Ma qual è la vera novità della PspGO!, che esordirà il 1 ottobre e non rimpiazzerà comunque l’altro modello (rispetto al quale costa un po’ di più)? Entra in diretta competizione con l’iPhone e l’iPod touch (lo schermo dei quali è praticamente della stesse dimensioni adesso, a 3,5 pollici per gli apparecchi di Apple), ed ha una capienza paragonabile (anche se con lo slot per Memory Stick Micro, in realtà è più espandibile). Ma la concorrenza è soprattutto nel nuovo modello di business a cui Sony sta lavorando. L’azienda, che deve recuperare parecchio dietro a Nintendo e Sony, e adesso anche Apple nel settore del gaming da passeggio, si sta attrezzando per aprire il suo doppio Store online: musica, video e soprattutto giochi. Con la possibilità di acquistare anche nei negozi fisici, con scatole che contengono il codice unico per il download da scaricare con il gioco via rete, oppure con Memory Stick Micro super-blindate e anti-copia.
Tutto il resto passa in secondo piano: il “placeshifting” con la possiblità di usare Psp come telecomando anche remoto per azionare e vedere i contenuti della Ps3, l’integrazione della famiglia di prodotti di casa Sony, la possibilità di creare un home theatre e via dicendo adesso lasciano lo spazio alla cosa che Sony ha capito essere essenziale da fare: dotarsi di un negozio online come gli altri prima che sia troppo tardi. I costi sono molto ridotti rispetto alla distribuzione tradizionale e la possibilità di aggiornare i prodotti negli scaffali virtuali senza problemi, rispetto a quelli che vengono acquistati, è straordinaria: si possono vendere giochi un pezzettino alla volta, ad esempio, livello dopo livello, con un costo complessivo superiore a quello che porterebbe la vendita in un colpo solo, e sempre a prezzi più bassi della vendita unica o in un supporto fisico.
Sony Insomma con PspGO! sperimenta sul serio il modello del servizio al posto del prodotto: non si vende più solo un apparecchio e poi i contenuti, ma si crea un ecosistema complesso, sulla falsariga di quello LIVE di Xbox 360, con l’aggiunta della duttilità e della velocità dell’App store di Apple. A ottobre arriveranno prima la console e poi il negozio. Vedremo come andrà .
Alcune considerazioni si possono già fare: la prima, PspGO comunque è un esperimento, perché l’attuale modello di Playstation Portable è a fine carriera. Ed è un esperimento economico, perché basato sull’utilizzo in parte dei progetti hardware del Myro, lo sfortunato “internet device” di Sony che non ha mai funzionato in Giappone o negli Usa e che è stato usato come base per questo nuovo hardware. Ancora, Sony rischia di fare un grande errore e di non rivedere la sua politica dei prezzi. Non è accettabile nel mondo del download di vendere a 30 o 40 euro i giochi (saranno riproposti anche quasi tutti i titoli attualmente venduti su UMD, dice la rete) quando App store ha lasciato che fossero gli sviluppatori a determinare il prezzo, facendo così in modo che la mano invisibile del mercato livellasse fra i 99 centesimi e i 4,99 euro i prezzi di programmi e giochi, con rare puntate fino a 9,99.
L’apparecchio è a rischio problematico per gli utenti con mano appena superiori a quella di un poppante, perché ha veramente tasti e dimensioni fin troppo contenute. Lo ripetiamo: un esperimento in attesa della Psp 2.Infine, la capacità di connettersi è notevole, sia con il tethering via telefono cellulare tramite bluetooth che con il Wi-Fi. Saranno sfruttate per bene tutte queste potenzialità , ad esempio abilitando la sincronizzazione con Mac e Pc senza fili?
E un’ultima cosa: Ninitendo DSi sta lentamente evolvendo verso la dimensione dell’agendina elettronica per minorenni (foto, commenti, browser, etc). Psp ha il problema dell’impossibilità di scrivere testo per più di pochi caratteri a causa della mancanza di una vera periferica di input: perché non dotarla di una tastierana esterna alimentata via Usb o senza fili? E un paio di software che magari sincronizzino i dati con agenda, posta elettronica e rubrica? Dopotutto, iPhone e iPod touch lo fanno…