Era già successo nelle edizioni 2018 e 2015, ma ai Sony Worlds Photography Awards 2020 quest’anno di italiani sul podio ce ne sono addirittura quattro. A vincere il primo premio nella categoria Still Life è Alessandro Gandolfi con un servizio dal titolo Immortality, con il quale viene rappresentata la continua ricerca dell’uomo verso la ricerca dell’immortalità tra ibernazione, uomini-macchina e download della mente.
Ma sul podio come dicevamo ci sono altri tre italiani in altrettante categorie. Ad esempio Dione Roach si è aggiudicata il secondo posto nella categoria Creative con il servizio intitolato Kill Me With an Overdose of Tenderness, una raccolta di istantanee e schermate di post online, chat Whatsapp e videochiamate Skype in bianco e nero con le quali l’artista ha esaminato il modo in cui le relazioni e l’intimità vengono vissute ed espresse attraverso internet. «Ero particolarmente interessata all’idea di autorappresentazione: viviamo un’epoca in cui la maggior parte di noi condivide immagini all’istante e il Sé diventa irrimediabilmente un qualcosa che viene eseguito online. Questo lavoro cerca di aprire il discorso su come usiamo la fotografia nell’era degli smartphone».
Luca Locatelli è invece medaglia di bronzo nella categoria Environment con un reportage sul Futuro dell’agricoltura. Il discorso è chiaro: entro il 2050 il nostro pianeta probabilmente ospiterà ben dieci miliardi di persone. Se non aumentiamo la resa agricola, un decimo di questi potrebbe soffrire la fame. La soluzione è nella tecnologia che abbiamo già oggi: per secoli le serre sono state utilizzate per proteggere le colture e massimizzare la resa, ma negli ultimi anni la produzione alimentare ha vissuto una vera e propria rivoluzione. Le immagini mostrano alcuni dei sistemi più promettenti al mondo e che potrebbero permetterci di ridurre la dipendenza dall’acqua fino al 90%, in alcuni casi eliminando perfino completamente l’impiego dei pesticidi chimici. Una vera e propria visione distopica sul futuro dell’agricoltura.
Quarto ed ultimo degli italiani professionisti vincitori dei Sony Worlds Photography Awards 2020 è Andrea Staccioli che si è aggiudicato il terzo posto nella categoria Sport con Dives, che documenta i mesi di allenamento, prove, sessioni di ginnastica e perfezionamenti della tecnica degli atleti che hanno partecipato ai campionati mondiali di nuoto di Gwangju del 2019: otto giorni di competizioni in cui 267 tra uomini e donne provenienti da 47 diverse nazioni, si sono sfidati in 13 discipline: solo una medaglia d’oro delle tredici disponibili sfugge alla squadra cinese grazie alla vittoria dell’Australia.
Il vincitore in assoluto quest’anno è Pablo Albarenga (Uruguay) con la serie Seeds of Resistance, che si è aggiudicato l’ambito titolo di Photographer of the Year e il relativo premio in denaro di 25.000 dollari. Quello che ha realizzato il fotografo è un corpus di lavori che abbina scatti di paesaggi e territori messi a rischio da attività minerarie e commercio agricolo e ritratti degli attivisti che lottano per salvaguardarli. Nel 2017, almeno 207 leader e ambientalisti sono stati uccisi nel tentativo di proteggere le loro comunità da progetti che minacciavano i loro territori. Secondo un report presentato nel 2018 da Global Witness, la maggior parte degli omicidi ha avuto luogo in Brasile, con 57 assassinii. Le vittime erano, nell’80% dei casi, impegnate nella difesa dell’Amazzonia. L’opera di Albarenga esplora il legame tra gli attivisti e la terra, concepita come l’area sacra in cui i loro antenati riposano da centinaia di generazioni. Con le riprese aeree, i protagonisti degli scatti sono ritratti dall’alto come se stessero donando la vita per il loro territorio.
Potete dare uno sguardo a tutte le immagini che hanno vinto un premio ai Sony Worlds Photography Awards 2020 direttamente da questa pagina del sito ufficiale.