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Buon compleanno Sony Walkman

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Sony lanciò il Walkman il primo luglio 1979 e questa settimana si celebrano quindi i 39 anni dalla sua nascita. Che cosa è un Walkman? Ci rendiamo conto che molti di coloro che ci leggono, per i quali iPhone e iPad e, nel migliore dei casi, iPod sono l’unico sinonimo di musica portatile nulla sanno di questo dispositivo che, invece, è il padre legittimo della musica tascabile (o se vogliamo “cinturabile” giacché era difficile mettersi in tasca un Walkman) ,così come sanno poco anche della musicassetta, che era la sua ragione di vita, ed è in qualche modo l’antenata del file musicale o, se vogliamo, della Nand che sta dentro i lettori di musica digitale.

Il Walkman nacque da un’idea geniale, derivata proprio dalla nascita avvenuta qualche anno prima della “musicassetta” che prendeva il posto dei rulli a nastro e dei registratori stile “Geloso” che imperavano anche nelle case. Le musicassette, di piccole dimensioni (rispetto a quanto si era visto prima) e racchiuse in un guscio protettivo di plastica, potevano essere registrate per ogni senso di scorrimento (lato “A” e lato “B”).

La loro praticità e la compattezza del supporto (10×6.3 cm) permise di farle diventare in breve tempo uno strumento popolare per l’ascolto della musica e furono adottate anche in mobilità, specialmente in auto. Sony decise però di spingere oltre questa tecnologia inventando uno strumento privo di capacità di registrare, ma in grado di dare a tutti la possibilità di sentire musica mentre camminavano.

Era stato il grandissimo Akio Morita, fisico e presidente del colosso giapponese, a rendersi conto che ai giovani piaceva ascoltare musica ovunque e sfidò con questo concetto la sua azienda, molto scettica in proposito. Morita la spuntò, senza neanche fare prima delle ricerche di mercato. “La gente non sa cosa è possibile fare. Siamo noi a saperlo” disse all’epoca (un motto che riecheggia molto da vicino “La gente non sa quel che vuole”, il mantra di Steve Jobs che, non a caso, ammirava sconfinatamente, Sony). Morita sembrò avere subito chiaro il target di riferimento: “Questo prodotto soddisferà i giovani che vogliono ascoltare musica tutto il giorno” disse nel 1979. “Lo porteranno sempre con loro e non gli interesseranno le funzioni di registrazione. Se lo dotiamo di un sistema per la riproduzione solo tramite cuffia, sarà un successo”.

Incredibilmente Morita dovette insistere per l’uso del nome “Walkman”, ritenuto poco evocativo dai rappresentanti statunitensi interpellati al proposito.  Il primo modello, denominato TPS-L2 e di colore blu-argento, fu presentato in Giappone il 22 giugno del 1979 e venduto da luglio dello stesso anno. A Londra il prodotto fu lanciato l’anno successivo con il non troppo riuscito nome di “Stowaway” (il Metti Via). Negli USA il prodotto fu venduto per un breve periodo (prezzo di lancio di 200 dollari) come “Soundabout” (qualche cosa tipo “suonascoltatore” o “perascoltatore”). Dopo primi dati di vendita negativi, il presidente di Sony prese in mano la situazione e superò anche le ultime resistenze (alcuni in azienda volevano chiamare l’accessorio “Ibuka”, dal nome di Masaru Ibuka, ingegnere co-fondatore di Sony) e finalmente ottenne il nome che aveva scelto fin dall’inizio, Walkman, “l’uomo camminante” o se vogliamo “l’uomo in marcia”, un nome che diceva tutto: era un dispositivo che permetteva di ascoltare i propri cantanti preferiti mentre si andava in giro, grazie a batterie, cuffie e un aggancio da cintura e che evocava lunghi percorsi, la possibilità di andare lontano, ovunque, senza separarsi mai dalla propria musica.

Il Walkman non è stato un semplice lettore di musicassette ma un fenomeno culturale, un modo nuovo di ascoltare la musica, un dispositivo che permetteva di sentire in qualunque momento i brani preferiti, mentre si viaggiava, si faceva jogging, si praticavano altre attività, sportive e no. Tutto ciò ora può sembrare banale ma nel 1979 era una rivoluzione.

Per dovere di cronaca bisogna ricordare che qualcuno afferma che prima di Morita l’idea partì dalla Germania: nel 1977 Andreas Pavel fece domanda per brevettare un apparecchio (“Stereobelt”) da allacciare alla cintura con caratteristiche simili al futuro Walkman. Il brevetto fu approvato l’anno successivo, ma questo non garantì all’inventore l’esclusiva. Pavel fece causa alla Sony ma senza ottenere nulla; fu stabilito (nel primo giudizio del 1992 e nell’appello del 1996) che l’idea di uno stereo personale portatile era ampia e indefinita, e in quanto tale non poteva essere attribuibile a un singolo inventore.

A distanza di così tanti anni, chi avesse ragione e chi avesse copiato chi, potrebbe essere da qualche punto di vista insignificante, da qualche altro punto di vista no, giacché il figlio, trasformatosi in parricida, del dispositivo che fece la gloria di Sony deve essere considerato l’iPod e il suo pro-pro-pro nipote: l’iPhone.

Quando l’iPod nacque nel 2001, il Walkman non stava già molto bene, ed erano ben distanti i 150 milioni di pezzi venduti nel 1995; il dispositivo era insidiato dai goffi ma popolari lettori di CD portatili e dall’ondata confusa e disarticolata dei lettori MP3; ma fu, appunto, l’iPod inventato da Apple, nato dalla stessa idea ma subito apparso due generazioni più avanti, a dargli il colpo mortale.

Sony provò a portare avanti l’idea dei MiniDisc ma con successo modesto e quando la casa giapponese, liberatasi dalla zavorra e dai sospetti della sua divisione che si occupava di musica, si decise a entrare massicciamente nel mercato digitale e dei player MP3, benché alcuni di essi non fossero disprezzabili, era ormai troppo tardi. Apple era scappata già avanti e stava preparando iPhone, il dispositivo che ha sterminato tutto, anche il ricordo della musicassetta, anche se qualcuno, forse non a torto, potrebbe immaginarlo come una sorta di Walkman geneticamente mutato.

Sony Walkman

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