Sony, Toshiba e Hitachi hanno ufficialmente annunciato la fusione delle rispettive sezioni dedicate ai display per dare vita al nuovo colosso Japan Display. L’annuncio è arrivato ieri dopo mesi di voci e piani trapelati: l’accordo definitivo stabilisce che il 70% della proprietà di Japan Display spetta a Innovation Network Corporation of Japan, mentre il restante 30% è suddiviso alla pari tra Sony, Toshiba e Hitachi con il 10% ciascuna. Tra le prime operazioni di Japan Display ci sarà l’acquisizione di uno stabilimento di Panasonic in Mobara, vicino a Tokyo, per una somma non precisata. Lo stabilimento specializzato nella produzione di schermi di piccole e medie dimensioni è in grado di realizzare 600mila pannelli TV al mese: l’operazione è programmata per aprile 2012.
E’ praticamente scontato che la mega fusione porterà alla chiusura di impianti e licenziamenti per eliminare le sovrapposizioni tra la nuova Japan Display e le sezioni preesistenti dedicate ai pannelli dei tre colossi giapponesi. La sfida del nuovo colosso giapponese non riguarda solo la concorrenza con le coreane Samsung e LG ma anche con la giapponese Sharp che con il 14,8% del mercato ha deciso di non partecipare alla super fusione. Il nuovo panorama mondiale dei pannelli vedrebbe dominare per quote di mercato Japan Display con il 21,2% seguita al secondo posto da Sharp e al terzo posto da Samsung con l’11,9%. Per il successo nel breve-medio termine però sarà fondamentale la sezione dei display di piccole e medie dimensioni: con la guerra dei prezzi e la riduzione dei margini sui pannelli TV, i costruttori infatti ottengono più profitti dai mini display per smartphone e anche da quelli per tablet. Sembra, ma non è mai stato confermato, che anche in questa fusione ci sia lo zampino della Mela: la nuova Japan Display potrebbe già disporre di un contratto per fornire schermi di nuova generazione ad alta risoluzione ereditato da Toshiba.