Sony torna nel campo dei robot con una nuova versione del cane-robot Aibo, dispositivo domestico in grado di percepire suoni e rumori, vedere e muoversi in modo autonomo e soprattutto in grado di interagire con l’utente. La nuova versione del cane-robot, presentata la prima volta nel 1999, sviluppata fino al 2006 e poi interrotta nell’ambito di una riorganizzazione e tagli per la riduzione di costi, integrerà connessione a internet e funzionalità di intelligenza artificiale.
Stando a quanto rivela Nikkei Asian Review il cane-robot permetterà di controllare elettrodomestici con la voce, alla stregua di quanto già possibile fare con dispositivi per la smart home con tecnologie di Google e Amazon. Sony aveva già fatto comunicato lo scorso anno la sua intenzione di tornare nel settore, parlando di un robot che avrebbe “conquistato le persone”. Il presidente dell’azienda, Kazuo Hirai, ha spiegato che l’idea è offrire nuove esperienze agli utenti combinando tecnologie audiovisuali e di intrattenimento domestico con gli ultimi progressi nel settore della robotica e dell’intelligenza artificiale (AI).
Toshimoto Mitomo, responsabile proprietà intellettuali in Sony, nel 2016 aveva ammesso che la sua azienda era profondamente consapevole di come precedenti affermazioni nel settore dell’AI non avevano funzionato. “Come investitori strategici” ha spiegato Mitomo, “riteniamo che l’apprendimento continuo sia il fulcro futuro dell’ Intelligenza Artificiale”.
Hiroaki Kitano, presidente e CEO di Sony Computer Science Laboratories, ammette che la sua azienda è rimasta indietro rispetto ad altri big dell’IT come Facebook e Google che hanno cominciato a investire nell’AI. “Vi sono però delle aree inesplorate” ha spiegato il manager riportato da ZDN “Alcune nel cyberspazio ma maggiormente nel mondo reale e noi abbiamo vari prodotti nel mondo reale. Realizziamo hardware. È il nostro punto di forza”.
Per molti anni Sony Aibo è stato considerato un progetto avanzato nel campo dei robot per le sue capacità di “vedere”, “sentire” e “reagire” all’ambiente circostante grazie a una microcamera e a un meccanismo che permette di riconoscere i comandi vocali impartiti dal proprietario. Il robot è in grado di evolversi grazie anche agli “stimoli” esterni ricevuti dal proprietario e dall’ambiente esterno. Il “cucciolo” può man mano diventare “adulto” e completare lo “sviluppo” apprendendo centinaia di comandi.
All’interno del dispositivo originario sono presenti 18 piccoli motori, un processore e sensori di vario tipo. Alcuni proprietari del dispositivo originario hanno modificato il codice base di Aibo aggiungendo funzioni. Nell’ottobre del 2001 Sony minacciò azioni legali verso un sito che distribuiva “aggiornamenti” non ufficiali ma in seguito alle proteste decise di rendere pubblico l’ambiente di sviluppo di Aibo per progetti non commerciali. Il costo al pubblico nel 1999 era di circa 2.000 dollari, un prezzo ritenuto eccessivo da molti potenziali acquirenti dell’epoca.