La decisione di Taylor Swift di escludere la sua musica da Spotify – in gran parte a causa del suo servizio gratuito supportato dalla pubblicità – ha ottenuto l’attenzione di un altro gigante dell’intrattenimento: Sony. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Kevin Kelleher CFO del braccio musicale del colosso giapponese, Sony Music, la seconda più grande etichetta sul mercato mondiale, sta nuovamente rivalutando il suo approccio ai servizi di streaming come Spotify.
“In realtà ci sono state molte discussioni la scorsa settimana in merito” ha detto Kevin Kelleher sulla scomparsa del catalogo di Taylor Swift da Spotify. “La questione concerne in particolare quanto valore le case discografiche e gli artisti possono ottenere dalle diverse modalità di consumo”. Ciò non significa che la musica distribuita da Sony stia per sparire da Spotify, ma l’azienda sta evidentemente chiedendosi quale strategia renderà di più nel futuro,
Parte del problema tocca la rapidità con cui questi servizi gratuiti sono in grado convertire gli utenti gratuiti in utenti abbonati in uno dei loro livelli pagati. Sony si ritiene sempre “molto incoraggiata” dalla crescita dei servizi in abbonamento a pagamento, ma in alcuni casi la possibilità di usufruire di un ampio catalogo gratuito per ascoltare musica, come accade per Spotify nella versione base, potrebbe bastare a moltissimi ascoltatori, che potrebbero non sentire la necessità di diventare abbonati.
All’interno di questo scenario sarà interessante capire quali saranno le mosse di Apple, che con l’incorporazione di Beats potrebbe essere in grado di conciliare al meglio le esigenze dell’industria discografica con quelle degli utenti appassionati di musica.