The Interview sarà proiettato nelle sale cinematografiche a partire dal giorno di Natale. Sony Pictures, vittima di un attacco hacker e minacce terroristiche da parte di pirati informatici, non rinuncerà a mostrare, come invece dichiarato in precedenza, la pellicola a sfondo comico che racconta la storia di due giornalisti reclutati dalla CIA per assassinare il leader nordcoreano Kim Jong Un.
Dietro il furto dei dati ai danni di Sony si vocifera esserci la Corea del Nord, tutt’altro che disposta ad accettare una commedia che mette in ridicolo la figura del dittatore Kim Jong Un «complice di un atto terroristico che danneggia la dignità della direzione suprema della Corea del Nord, sfruttando la politica ostile del governo degli Stati Uniti verso il paese». Pur di evitare un secondo “11 settembre” minacciato dai misteriosi attaccanti, Sony Pictures aveva rinunciato a proiettare il film nelle sale, valutando l’idea di distruirlo soltanto tramite negozi digitali. Al dietrofront di Sony ha influito il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il quale aveva bacchettato la società per essersi fatta intimorire da una semplice minaccia online «immaginate se invece di minacce informatiche, qualcuno avesse fatto irruzione nei vostri uffici e distrutto un po’ di computer e rubato alcuni dischi. Basta questo a farvi decidere di staccare la spina ad un progetto?».
A confermarne la proiezione è Tim League, proprietario dell’Alamo Drafthouse Cinema, pubblicando un tweet nel quale spiega chiaramente le nuove e chiare intenzioni di Sony a riguardo. Eric Steele, coach dei Derby County, ha commentato la vicenda citando il primo emendamento (che parla di libertà di parola ed espressione artistica), fondamentale per la democrazia americana.