Non è un buon periodo per il produttore di fotocamere e prodotti scientifici Olympus: a novembre dello scorso anno il gruppo ha ammesso di aver per decenni nascosto perdite dovute (secondo quanto riferisce il management) a investimenti sbagliati scatenando una bufera una delle più importanti realtà nipponiche e in conseguenza della quale al licenziamento dell’amministratore delegato anglosassone Michael Woodford, chiamato dall’ex presidente Tsuyoshi Kikukawa ed in carica da solo due settimane.
Woodford aveva in realtà deciso di fare chiarezza su una consulenza costata 687 milioni di dollari per un’acquisizione di 2,2 miliardi di dollari: un terzo dell’intera transazione, tenendo presente che generalmente le società di consulenza ottengono tra l’uno e il due per cento del prezzo complessivo dell’accordo. Il titolo Olympus è in questi mesi crollato in borsa, ma è ovviamente precipitata anche la fiducia di banche e investitori.
In soccorso di Olympus ora potrebbe arrivare il concorrente di sempre: Sony. Quest’ultima si è offerta di acquistare dal 20% al 30% delle azioni, sperando di incrementare il suo market share nel settore dei sistemi medicali e prodotti scientifici. Olympus, infatti, detiene un’enorme fetta di mercato in questi settori (si parla del 70%) poiché produce alcuni tra i più interessanti sistemi per endoscopia medica, endoscopia chirurgica, microscopia oltre a prodotti industriali per riprese ad alta velocità, strumenti UT ed ECT. Non solo a Sony fanno gola i prodotti Olympus, anche ad altri big nipponici quali Panasonic, Fujifilm, Terumo (specializzata in strumentazione medica e scientifica varia) e, si dice, anche la coreana Samsung potrebbero tentare una scalata.
[A cura di Mauro Notarianni]