Sony Pictures Entertainment passa alle contromisure tecnologiche dopo l’attacco che ha permesso ad alcuni hacker che si fanno chiamare “#GOP” (Guardians of Peace) di ottenere ben 100 TB di dati, incluse informazioni riservate, paghe di attori, dipendenti, ex dipendenti, email interne e altro ancora. La società sta sfruttando centinaia di computer in Asia per creare un attacco denial of service al fine di rendere indisponibili servizi e risorse di siti che stanno diffondendo il materiale (inclusi film inediti). Stando a quanto riporta Re/code, Sony usa allo scopo Amazon Web Services, la piattaforma di cloud computing di Amazon che ha data center a Tokyo e Singapore.
L’obiettivo di Sony è ora rendere impossibile (o meglio, problematico) lo scaricamento di film che ancora devono arrivare in sala. La società ha distribuito sui servizi di file sharing, finti file per ingannare gli utenti con titoli come “Spider Man”, al fine di disincentivare e fare stancare chi è alla ricerca di questi titoli. Tutto ciò appare ad ogni modo solo un fix temporaneo e gli hacker e gli “scaricatori di professione” non si faranno certamente scoraggiare dall’iniziativa.
Oltre ai danni materiali e d’immagine, alcune email rese pubbliche mettono in imbarazzo l’azienda. In uno scambio di messaggi tra dirigenti di Hollywood, si apprende ad esempio che l’attrice Angelina Jolie è definita “una mocciosa poco talentuosa” e la produttrice Megan Ellison, definita una “bipolare ventottenne lunatica”. Alcuni messaggi riguardano anche il nuovo film su Jobs di Aaron Sorkin e da questi emergono contrasti tra il produttore Scott Rudin e il co-chairman di Sony Pictures Amy Pascal. Apprendiamo ancora di conversazioni con gli agenti di attori come Tom Cruise, Charlize Theron, Matthew McConaughey e Leonardo DiCaprio, tutti proposti per un ruolo nel film su Jobs. L’impegno di Sony su Jobs alla fine sembra ad ogni modo essere tramontato per la mancanza di partner finanziari.