Sonos ha fatto nuovamente causa a Google con l’accusa di aver violato altri cinque brevetti. Di nuovo, dicevamo, perché la prima azione legale avviata nei confronti del gigante delle ricerche web c’è stata a gennaio, con la conseguente richiesta di messa al bando di tutti i dispositivi Google che sfruttavano le tecnologie brevettate da Sonos. Quindi non solo gli speaker Smart ma anche computer e smartphone.
Smartphone che Google sta per altro per rinnovare tra poche ore: oggi pomeriggio infatti l’azienda di Mountain View dovrebbe presentare i nuovi Pixel 5, che potrebbero integrare almeno una delle tecnologie che Sonos dichiara di aver brevettato e di possederne quindi l’esclusività. Tra queste ci sono le tecnologie che costituiscono la base delle caratteristiche più note degli altoparlanti Sonos, come ad esempio lo strumento di ottimizzazione audio Trueplay.
In precedenza la società denunciava l’uso non autorizzato della propria tecnologia con cui gli altoparlanti wireless di Sonos sono in grado di sincronizzarsi tra di loro. All’epoca Google rispose a tono sostenendo che di rimando, Sonos stava utilizzando le proprie tecnologie di ricerca, software, networking ed elaborazione audio senza aver pagato uno spiccio per le licenze.
«Google ha scelto di raddoppiare il proprio disprezzo nei confronti della proprietà intellettuale degli inventori americani più piccoli» tuona un portavoce di Sonos «Riteniamo che sia di vitale importanza che Sonos, sia per il proprio bene che per quello delle altre piccole società, si opponga ai monopolisti che copiano spianandosi ulteriormente la strada verso il totale dominio».
Come dicevamo si tratta di una causa legale che arriva in un momento molto delicato per Google. All’evento di presentazione dei Pixel 5 ci potrebbe infatti essere anche l’annuncio di un nuovo speaker Smart targato Nest. Google è già sotto indagine antitrust sia negli Stati Uniti che nell’Unione Europea e questa nuova azione legale potrebbe aggiungere carne al fuoco.