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Sonos Beam, recensione del primo soundbar con Airplay 2

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La presentazione di Sonos Beam ha fatto molto parlare di sé per due caratteristiche fondamentali: il prezzo assolutamente conveniente rispetto alla concorrenza interna ed esterna e il fatto di essere tra i primi prodotti di terze parti ad essere compatibile con il nuovo standard AirPlay 2 di Apple.

Ed è un peccato che questi due dettagli abbiano un po’ offuscato quella che è la qualità intrinseca del prodotto, che invece emerge chiara al primo ascolto e che prende corpo anche esplorando i dettagli dell’App.

Sonos Beam, recensione del primo soundbar con Airplay 2

Ovviamente le caratteristiche di cui sopra come il prezzo e lo streaming sono benvenute (come avevamo annunciato nella nostra anteprima), come vedremo nel dettaglio di un prodotto tutto da scroprire che, con il tempo, potrà solo migliorare.

Sonos Beam, la recensione

La forma che non c’è

Già dalla scatola di capisce che Sonos crede molto in questo prodotto e che la vicinanza che negli anni ha avuto con Apple non è casuale: molte delle linee di design richiamano quelle dei prodotti della mela, anche nei processi di unpacking del prodotto.

All’interno della scatola ci sono la soundbar, il cavo di alimentazione, il cavo HDMI, il connettore HDMI/Ottico (di cui parleremo dopo) e un piccolo libretto di istruzioni, utile per eseguire correttamente i primi passi, perché poi praticamente fa tutto l’App per iPhone, iPad (universale) e Android.

Sonos Beam, recensione del primo soundbar con Airplay 2

Una volta posizionata sotto al televisore ila soundbar si siede in modo discreto: la nostra prova è stata fatta con il modello bianco, che si distingue in modo chiaro dalla TV che di solito è di colore molto scuro. Probabile che la versione nera scompaia del tutto se il mobile che la sostiene è scuro anch’esso, risultato sostanzialmente più discreto di questa.

Grande cura è stata messa anche nel materiale dei cavi video e di alimentazione, che non si attorcigliano mai e che sono molto piacevoli al tocco.

Nella parte superiore trovano posto i pulsanti del volume, il microfono e un piccolo LED di colore bianco che indica l’attività.

Dietro, ben nascosta, si apre una zona che ospita il connettore Ethernet (anche se noi abbiamo usato Sonos Beam praticamente sempre in wireless), la presa d’alimentazione, il connettore HDMI e un pulsante d’accensione che chiudono le (poche) necessità di un prodotto che è pensato per il salotto smart.

Hardware tutto in uno

Le dimensioni sono abbastanza contenute considerato la tipologia del prodotto: 65,1 x 10 x 6,8 cm per 2,88 Kg, si può posizionare ovunque, anche se è pensata per stare sotto alla TV e come vedremo, meglio pensarci un attimo prima di spostarla di stanza in stanza.

Al suo interno sostano quattro woofer a gamma completa, un tweeter per i dialoghi, tre diffusori passivi e cinque amplificatori digitali classe D per la personalizzazione dell’audio, grazie ai cinque microfoni che catturano l’audio spaziale e consentono il beamforming dell’audio (che a quanto abbiamo capito è una specie di AI per l’audio, volgarmente detto).

Il microfono superiore è pensato per la cattura dei comandi vocali di Alexa, ancora non disponibile ufficialmente in Italia ma sembra arriverà a breve. Il microfono, ad ogni modo, si può disabilitare per chi vuole aumentare la propria privacy.

Sonos Beam, recensione del primo soundbar con Airplay 2

Installazione guidata

Per l’installazione pensavamo a qualche cosa di complesso, invece si tratta di una ventina di minuti nei quali sostanzialmente facciamo quello che dice l’App. Letteralmente, perché in alcuni momenti serve guardare un filmato senza poterlo saltare: alcuni passaggi ci sono sembrati un po’ strani, lo ammettiamo, come quello di muovere per qualche minuto l’iPhone nella stanza per l’analisi del ritorno.

Tutto ha però un senso se consideriamo che cosa fa Sonos Beam: in pratica la soundbar è in continuo ascolto dell’audio sia dai microfoni interni sia da quelli dello smartphone o tablet che la controlla, confrontando la risposta e adattando l’audio per ottenere sempre il risultato migliore.

Sonos Beam, recensione del primo soundbar con Airplay 2
Alcune schermate dell’App di Sonos, qui su un iPhone: si noti a destra nella finestra di condivisione dell’audio come iOS riconosce Sonos Beam come device Airplay 2 assieme a Apple TV (chiamati rispettivamente Sala da Pranzo e Salotto)

Le stesse istruzioni avvertono che la comprensione dell’audio migliorerà con il tempo, perché proprio con l’aumentare delle informazioni che Sonos Beam raccoglie mano a mano riesce a modulare la risposta: la forma della stanza ovviamente aiuta ma alla lunga l’analisi del suono può diventare fondamentale.

Per questo, l’uso dell’App è vivamente consigliato, perlomeno nei primi tempi: Sonos Beam permette di applicare altri diffusori Sonos a corredo, per estendere il suono oltre la semplice soundbar: è molto probabile che l’utilizzo di diffusori esterni, come Sonos 1, registrati nell’App, siano del tutto previsti dal sistema e conseguente dall’analisi del suono.

Per quanto riguarda i collegamenti hardware, Beam sfrutta la porta HDMI Arc delle TV: per chi non mastica questi standard si tratta sostanzialmente di un canale di HDMI 1.4 che permette il ritorno dell’audio dalla TV ad un diffusore esterno, eliminando di fatto altri cavi audio (diversamente da quanto fanno gli altri cavi HDMI, che si limitano a portare il segnale audio e video dal device alla TV). Questa porta dovrebbe essere presente in tutte le TV abbastanza recenti, perlomeno da cinque anni a questa parte (il nostro test è stato fatto sulla nuova TV Haier u55h7000). Per chi non dispone di questa porta è comunque previsto un connettore HDMI/Ottico incluso nella confezione, decisamente più diffuso.

Sonos Beam, recensione del primo soundbar con Airplay 2
Sempre l’App di Sonos Beam qui in fase di riproduzione di vari media, locali o su servizi in streaming

Rampage sull’Orient Express

Durante i giorni in cui abbiamo avuto modo di provare Sonos Beam abbiamo dato sfogo praticamente a tutti gli ambiti d’ascolto: abbiamo guardato lo spettacolare Rampage con Dwayne Johnson in ottima forma, l’intrigante Tomb Rider (carino più per il titolo che per la trama) e il profondo Assassinio sull’Orient Express che a noi è piaciuto un sacco, nonostante i pareri contrastanti della critica.

Per quest’ultimo titolo, in particolare, una nozione d’obbligo per la colonna sonora firmata da Patrick Doyle, già famoso per l’iconica musica di Harry Potter. A personale opinione di chi scrive, in Assassinio sull’Orient Express Sonos Beam ha dato il meglio, specie nella sequenza finale, dove il parlato si mescola con il brano che conduce la musica.

Sonos Beam, recensione del primo soundbar con Airplay 2
Sonos Beam, qui visto dall’alto

Il suono è caldo e corposo, e la spazialità anche senza l’aiuto dei canali aggiuntivi che avremmo potuto avere aggiungendo altre Sonos 1, è garantita.

L’esperienza è buona, e anche se non raggiunge lo spessore dei prodotti di fascia più alta (come ad esempio Sonos PlayBase) si tratta senza dubbio di un miglioramento sensibile, da parte nostra molto importante perché l’audio era forse l’aspetto sul quale eravamo più critici nel TV Haier, ma anche di moltissimi TV attuali, per i quali la corsa al profilo sottile spesso provoca compromessi per quello che riguarda l’aspetto sonoro.

Sonos Beam, recensione del primo soundbar con Airplay 2
iTunes su macOS: qui la finestra mostra la possibilità di suonare i brani in MP3 su più sorgenti alla volta

Musica, mon amour

Senza dimenticare la musica, che è un aspetto fondamentale a cui Sonos guarda sempre con riguardo. È molto buona la qualità di riproduzione, a nostro avviso più portata per generi più ricercati come concerti, sessioni acustiche o in genere dove la voce del cantante emerge dal suono o dove il suono è orchestrale e un po’ meno per i brani più pop o nel rock più estremo dove forse i risultati non esaltano Beam.

Abbiamo anche provato a usare Sonos Beam come diffusore per l’audio di giochi per il Mac (grazie a Airplay 2) ma sostanzialmente il risultato non provoca la differenza netta che abbiamo percepito nei Film o nella musica: in particolare nei titoli bellici, emerge chiaro che la mancanza di un Subwoofer più potente non ricrea l’ambiente giusto.

Sonos Beam, recensione del primo soundbar con Airplay 2

Smart & Beam

Ultimo, ma solo in ordine cronologico, l’aspetto smart del diffusore: chi investe una cifra come quella necessaria per Sonic Beam (449 Euro, meno di quanto pensate, vero?) di solito è più propenso a valutare la qualità sonora rispetto alle caratteristiche smart, ma qui queste ultime sono così chiare che è quasi un peccato metterle in secondo piano.

L’app è semplicemente fantastica sia in fase di configurazione che durante l’uso: per il controllo dei film sono previsti due preset aggiuntivi, uno che aumenta la portanza del tweet dando più risalto alle voci e un secondo che offre una più attenta armonizzazione dei volumi, nella idea di Sonos ideale per le ore notturne, ma per chi scrive utile a tutti quelli che, vivendo in appartamento, devono sottostare a ostili compromessi per quello che riguarda l’audio.

Ampissima la scelta dei servizi di streaming musicale: si parte da Apple Music e Spotify (solo Premium) sino a Amazon Music, Deezer, ArtRadio, Google Play Music, Last.fm, MyCloud Home (se avete un NAS MyCloud di Western Digital), Plex (solo audio), SoundCloud, Tidal, le radio basate su TuneIn e moltissimi altri (una cinquantina in tutto, anche se alcuni non sono disponibili in Italia).

Oltre ovviamente all’audio presente su smartphone e tablet, che è stramesso in streaming direttamente sul diffusore in multi room via Wi-Fi.

Se avete un iPhone aggiornato o un Mac con l’ultimo iTunes questo si accorge della presenza di Airplay 2 e lo segnala nelle varie finestre di condivisione del suono, diffondendo l’audio via Wi-Fi in modo del tutto naturale.

La compatibilità con Alexa sarà da verificare quando questa sarà disponibile in Italia, mentre per il momento SIRI funziona già bene: con Apple Music potete ordinare di suonare un particolare brano, e se avete più Beam o altri diffusori Sonos recenti in casa, specificare anche in quale… “Hey Siri, suona Morirò da re in Salotto” (dove Salotto è il nome del Beam).

Se non avete Apple Music le possibilità con SIRI si riducono, potendo offrire sostanzialmente i comandi base di riproduzione e controllo del volume: l’uso di SIRI è elaborato dallo smartphone, non dal diffusore, che esegue solo i comandi che gli arrivano dall’App.

Sonos Beam, recensione del primo soundbar con Airplay 2

Considerazioni

Sonos Bem è un buon prodotto sia sotto il profilo della qualità audio che in quello tecnologico e smart: diventa un prodotto a nostro avviso eccellente se ne consideriamo il prezzo, al di sotto dei 500 Euro, quando altri prodotti concorrenti costano il doppio pur offrendo un guadagno non pari alla differenza di prezzo.

Le qualità costruttive sono di alto livello, le capacità del sistema software ineccepibili (e con un sistema aggiornabile via internet, garantiscono diversi anni di attualità) e la sinergia di tutto il sistema pensata in modo impeccabile.

Di difetti veri non ne vediamo: manca forse una personalizzazione dell’equalizzazione via software (ma forse interferirebbe con il beamforming dell’audio, però è anche vero che l’utente dovrebbe essere lasciato libero di metterci le mani a proprio piacere) e comunque per una esperienza completa necessita di almeno una coppia di Sonos One alle spalle dell’utente, ma è anche vero che sono punti di vista, la nostra prova ha offerto risultati tangibili e pieni anche con la sola Beam.

Sostanzialmente possiamo dire che ci sono soundbar più capaci, più potenti e più personalizzabili, ma di certo non a questo prezzo e non con questa affinità con la tecnologia attuale.

Sonos Beam è disponibile nella colorazione Bianca e Nera sia partendo dal sito della casa madre che su Amazon

Pro:
• Rapporto prezzo prestazioni eccezionale
• Supporto smart encomiabile
• Funziona benissimo anche da sola, migliora sensibilmente con due Sonos 1 a supporto

Contro:
• Manca un sistema di equalizzazione personale

Prezzo: 449,00 Euro

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REVIEW OVERVIEW

Design
Facilità d’uso
Prestazioni
Qualità/Prezzo

In sintesi

Un prodotto importante per la qualità e per la tecnologia profusa, che diventa incredibile se consideriamo la fascia di prezzo

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