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Gli occhiali per la lettura immersiva degli ebook nel cyberspazio

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Reinventarsi uno degli oggetti più importanti e popolari della storia umana è tutt’altro che semplice. La domanda è questa: esiste un altro modo di leggere un libro? Si può innovare in maniera radicale una tecnologia analogica che sinora è stata solo imitata da quella digitale? Si è appena accesa una (costosa) luce che promette qualcosa di più di un semplice simulacro di una esperienza analogica.

Cosa vuol dire leggere un libro

Leggere un libro è un piacere. Si sfogliano le pagine, ci si muove nel testo, si prendono appunti ai margini della pagina, si evidenziano i passaggi più importanti. Si fa frusciare la carta. Sinora queste caratteristiche sono state imitate (solo in parte) dagli strumenti per la lettura: il Kindle e i suoi fratelli cercano di restituire il succo dell’esperienza di lettura tradizionale con l’aggiunta di particolarità che solo il digitale consente.

Innanzitutto la memoria: un solo “contenitore” con migliaia di contenuti, comprati e scaricati direttamente tra milioni di potenziali letture. Tutto il sapere dell’uomo a portata di mano. Ma anche la possibilità di sincronizzare la lettura, vedere cosa sottolineano gli altri, cercare parole, traduzioni, arricchimenti. Contenuti multimediali. Audiolibri.

Se facciamo un passo indietro e guardiamo gli ereader oggi sul mercato i progressi sono enormi. E se poi guardiamo quando è ufficialmente nato l’ebook (era il 1971, Michael Hart, fondatore del progetto Gutenberg e purtroppo oggi scomparso) digitalizzò la dichiarazione di indipendenza americana su un Pdp-11. Altro che tavolette eInk: all’epoca gli ebook erano bit infilati dentro un gigantesco mainframe.

Invece, gli ereader di oggi sono diventati delle tavolette ultrasottili, sempre più varie, con schermo anche a colori, ma sostanzialmente pensate per fare un miracolo tra i molti che provano: essere come il libro.

Se vogliamo questo è un po’ il peccato originale dei lettori di ebook: voler somigliare alla loro contropartita cartacea. A cominciare dalla forma e dal modo con il quale si gestiscono. Ci sono anche i modi per imitare lo sfogliare le pagine, l’idea della copertina, dell’indice. Insomma, un simulacro del libro di carta. Ma non deve essere necessariamente così.

Ecco gli occhiali da lettura

C’è infatti un nuovo e costoso strumento per leggere che fa la differenza dal punto di vista dell’ergonomia e di quello che è più importante nell’esperienza di lettura: sprofondare tra le parole.

Si chiama Sol Reader e sembrano una sorta di occhiali leggeri per la realtà virtuale: nei rendering sul sito sono neri, con una montatura relativamente leggera (almeno, se confrontati con gli strumenti per la realtà virtuale come quelli di Apple, i Vision Pro, e quelli delle altre marche) e il davanti completamente coperto. Nessuna telecamera per “vedere attraverso”, nessun tipo di visibilità tramite altri punti di vista.

Lo strumento permette di fare una cosa sola: leggere. Sui due oculari infatti vengono caricati e presentati i testi. Solo quello. Una regolazione manuale permette di compensare la messa a fuoco per gli stanchi occhi del lettore (pensiamo solo per casi di miopia o presbiopia mentre per altri problemi come l’astigmatismo dovrebbero essere necessarie in ogni caso delle lenti correttive).

Sullo schermo doppio, uno per bulbo oculare, compaiono i libri e una interfaccia molto semplice per muoversi tra i testi e le varie funzioni dello strumento. Un piccolo telecomando bluetooth fa da controllo per l’interfaccia.

Al prezzo non proprio popolare di 399 dollari (probabilmente al netto delle tasse), con 25 ore di autonomia (ci sembrano poche, rispetto al mese di un Kindle) e una app dedicata che è il vero “cuore” del reader e che funziona sia su iPhone che su Android, si possono organizzare contenuti privi di lucchetti digitali DRM in formato epub: non solo libri ma anche cose: newsletter, articoli eccetera.

Gli occhiali, garantisce l’azienda produttrice, sono molto leggeri e comodi da portare grazie a inserti in silicone che consentono di non affaticare il naso (la parte del viso sul quale gli occhiali poggiano e che dà le maggiori problematiche) con un peso di soli 104 grammi, e portano a una esperienza di altissimo livello. Gli schermi sono eInk, il processore è a basso consumo, l’esperienza tipografica (dicono) paragonabile a quella di un libro.

Un’idea rivoluzionaria?

La domanda su un apparecchio oltretutto non economico come questo è molto semplice: ne vale la pena? È costoso, certo, ma è anche un modo di leggere che per cercare di innovare rispetto all’uso di altre forme di mimesi con il libro tradizionale, forse sposta l’ago della bilancia troppo in là nella zona della novità.

La lettura “concentrata” dentro degli occhiali che “spengono” tutto il mondo e fanno solo passare il tempo dentro questo universo separato, con una pagina sparata a tutto campo e un telecomando (da non perdere, ci raccomandiamo!) per azionare le varie funzioni oltre a uno smartphone fanno pensare che si sia oltrepassata una soglia. Certo, i produttori dicono che è la migliore esperienza di lettura “come un libro”, anche se palesemente non lo è. Nel senso che una esperienza di lettura di questo tipo è molto, molto lontana da quella di un libro.

Se non altro perché, pur essendo quasi soffocante, dovrebbe al tempo stesso garantire la possibilità di prendere fiato, di adagiare il capo in una posizione di riposo, di leggere senza mettere sotto sforzo la muscolatura e tenendo le braccia libere.

Con questo gadget la lettura immersiva degli ebook sbarca nel cyberspazio

Certo, poi non si può fare nient’altro. E questo non è un bene perché gli scenari in cui si può leggere con questo tipo di occhiali sono relativamente pochi (ambienti protetti, magari a letto o in aereo). Tuttavia, è sicuramente un modo per sprofondare nel testo, e anche un modo per scoprire una relazione diversa con la parola.

La domanda è se questo tipo di strumento, che oltretutto non si alimenta con le consuete librerie online tipo Amazon o Kobo perché non compatibile con i loro lucchetti digitali DRM, potrà mai conquistare i cuori dei lettori oltre che degli appassionati di gadget digitali.

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