Grazie ad una causa tra Snapchat e un ex dipendente che crede di essere stato ingiustamente licenziato, sono venute alla luce alcune interessanti informazioni sul social network statunitense. Il dipendente è Anthony Pompliano, reclutato da Facebook originariamente per aiutare l’azienda a crescere.
Una delle sue preoccupazioni iniziali era che l’applicazione non riuscisse ad ottenere buoni risultati di crescita fuori dai paesi più industrializzati e gli USA nello specifico. Quando Pompliano ha presentato questa sua preoccupazione, il CEO di Snapchat Evan Spiegel avrebbe risposto sostenendo che l’applicazione è stata pensata solo per i ricchi e che lui non aveva necessità di espandersi in paesi “poveri” come l’India e la Spagna.
Altre accuse presentate da Pompliano riguarderebbero il fatto che la società abbia regolarmente gonfiato i numeri degli utenti, come ad esempio la fedeltà pari al 40 per cento o il tasso di registrazioni completate pari al 87 per cento. Queste cifre, secondo Pompliano, sono state di molto esagerate, un’accusa che potrebbe creare problemi con chi investe su questo social network.
L’ex dipendente inoltre accusa Snapchat di aver tentato di estorcere a Pompliano anche informazioni su Facebook – nonostante ci sia un accordo di riservatezza in essere con l’ex datore di lavoro – e di aver messo i bastoni fra le ruote a Pompliano nei suoi tentativi di cercare un nuovo lavoro una volta cacciato da Snapchat.
Da parte sua, Snapchat ovviamente nega tutto e, in particolare, sostiene che le affermazioni di Pompliano circa la sua conoscenza delle metriche riguardo ai suoi utenti sono semplicemente inventate.