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Snap felice di pagare Apple per l’App Store: «Senza loro non esisteremmo»

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Siamo ben felici di pagare le commissioni al 30% di Apple: è quanto ha dichiarato l’amministratore di Snap, la società che fa capo a Snapchat, ai microfoni della CNBC durante una recente intervista in cui ha affermato che non si fa problemi a pagare questa tassa di Apple perché «senza quest’azienda noi non esisteremmo neppure».

«Senza l’iPhone e la straordinaria piattaforma che Apple ha creato non ci sarebbe neppure Snapchat» ha spiegato Evan Spiegel. «Siamo contenti di pagare la quota del 30% prevista per gli acquisti in-app in cambio di tutta la tecnologia che ci forniscono in termini di software e di hardware». A tal proposito il CEO di Snap aggiunge anche che la sua azienda è allineata con Apple quando si parla di integrare le nuove protezioni riguardanti la privacy che Apple ha introdotto con iOS 14.5. «Siamo d’accordo con loro e infatti i primi investimenti che abbiamo fatto ormai dieci anni fa proprio per proteggere la privacy degli utenti che circolano sulla nostra piattaforma stanno cominciando a dare i loro frutti».

Quando poi gli è stato chiesto se queste modifiche stanno influenzando l’attività pubblicitaria di Snap, Spiegel ha dichiarato che la società sta aiutando i suoi clienti pubblicitari nella migrazione sullo SKAdNetwork di Apple, che viene utilizzato proprio per aiutare gli inserzionisti nella misurazione dell’efficacia degli annunci pubblicitari pubblicati all’interno delle app. «Fino ad ora la transizione, per la nostra attività, è andata bene».

snap commissioni apple

Al momento quello di Snap sembra essere l’unico social network che si è espresso a favore delle commissioni al 30% di Apple, che lo stesso CEO Tim Cook ha recentemente definito «fondamentali» perché fanno parte di un meccanismo di pagamento unificato che riduce sensibilmente le possibilità di frodi: «se ogni sviluppatore proponesse un suo sistema di pagamento, le frodi aumenterebbero anche per il solo incremento nel numero di differenti transizioni: toccherebbe a loro occuparsi della sicurezza, con ovvie conseguenze in termini di privacy e falle potenziali», senza considerare il fatto che «un volume elevato di transazioni causerebbe problemi anche ad Apple, con la necessità di tenere conto dei ricavi sulle vendite da molti sistemi diversi».

Nel frattempo Apple si trova a dover affrontare un importante processo contro Epic Games, cominciato con l‘introduzione in Fortnite di un sistema di pagamenti diretto vietato dalle regole di App Store, ma anche dal regolamento di Google Play Store: il gioco è stato espulso da entrambi i negozi digitali. Tutti gli sviluppi della vicenda sono disponibili in questa pagina.

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