Da quello si è capito degli accordi tra Apple e gli operatori telefonici, questi ultimi comprano container e container di iPhone dalla casa di Cupertino, e poi li vendono ai propri clienti. Sia quando c’è la concorrenza dei negozi Apple e della sua catena di distribuzione (come negli Usa) che quando hanno l’esclusiva (come Tim e Vodafone in Italia). Adesso, negli Usa cominciano a ventilare l’ipotesi, fino a ieri incredibile per il mercato a stelle e strisce, di vendita di iPhone senza contratto vincolante (anche a costo pieno) mentre altrove (Regno Unito) si parla di ribassi al listino del telefono. E non è da escludere che anche in Italia qualche cosa possa accadere a breve.
La ragione di un simile iperattivismo è facile da comprendere: Apple sta per annunciare e lanciare il nuovo iPhone, terzo modello (sarà il secondo ufficiale in Italia). Con tutta probabilità questa estate, a giugno, alla Worldwide Developer Conference di San Francisco che dovrebbe segnare anche il ritorno di Steve Jobs in pubblico. Così chi ha gli inventari “lunghi”, cerca di fare pulizie più rapidamente e discretamente che può. E nel farlo, propone uno “sconto” sul prezzo pieno, una agevolazione, un ribasso, una qualunque cosa che possa arrivare a chi fino ad oggi ha resistito alla tentazione di iPhone. Quanto siano disposti a rischiare i fornitori di accesso lo dimostrano le voci che emergono da At&T che pare disposta a cancellare addirittura la ferrea regola dei due anni di contratto. Si vede che anche la società americana ha capito di essere in fondo al mercato “normale” e chi ha tenuto in pugno la situazione ora deve tentare l’impensabile per cedere tutti gli apparecchi.
Tutto questo accade in un mercato particolare, dove in molti si stanno dibattendo per trovare spazio, anche sottraendolo proprio ad iPhone. Di ieri sera è la notizia dell’arrivo in quella terra del bengodi della telefonia che è l’Italia dell’Htc Android, che sarà molto poco un telefono da stile di vita e molto di più un telefono da smanettoni, che non piace come un iPod o un iPhone ma che sicuramente ha dietro un’importante campagna di marketing. Conta molto di più sulle funzioni e l’appeal stilistico il nuovo Palm dotato di sistema operativo intrigante. Da considerare poi che è sempre molto attiva Rim con i suoi Blackberry di Rim, che forse non hanno da giocare nè la carta della novità (Storm e Bold) nè quella della moda, ma continua d avere un robusto sistema operativo e un grande numero di estimatori pronti a comprare qualunque cosa arrivi dalla casa di Waterloo.
Ma anche Apple ha già giocato delle carte: la novità del sistema operativo 3.0 che, per giunta, si riverbe anche sui vecchi apparecchi attualmente in commercio (quelli che potrebbero, presto o tardi, arrivare alla liquidazione). Poi sarà il tempo dell’annuncio atteso per questa estate ed è a quel punto che gli eserciti saranno tutti schierati ed Apple punterà il grande calibro contro gli avversari.
In quel preciso istante tutti i nemici più o meno coalizzati contro la Mela potrebbero cominciare a tremare; sia coloro che avranno sul mercato un concorrente sia chi ancora non ce l’ha e si appresta a lanciarlo (come potrebbe accadere per Palm). I primi si troveranno nei negozi prodotti istantaneamente vecchi, i secondi non venderanno né avranno più una sola prenotazione né la luce dei riflettori, perché tutti si metteranno in paziente attesa del ‘nuovo iPhone’. Chi, estimatori e detrattori, clienti in fremente attesa o semplici potenziali acquirenti, andrà mai a comprare un Palm Pre, un Blackberry, un HTC o un altro qualunque smartphone Windows, vincolandosi magari per due anni, quando Apple sta per arrivare sul mercato con l’erede del più alla moda, citato e rivoluzionario dei telefoni degli ultimi due anni?