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Smartphone all’estero: approvata l’abolizione delle tariffe di roaming entro il 2015

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Da ormai lungo tempo l’Unione Europea sta impiegando parte delle proprie energie per eliminare i costi di roaming: l’estate scorsa era stata fissata la data del 1 luglio 2014, ma a quanto pare l’abolizione dei costi di roaming per i cittadini europei sembra essere slittata al 2015:

“Nel 2010 ho promesso di terminare le tariffe di roaming entro la fine del 2015 e ora siamo ad un passo dal raggiungimento di questo risultato” ha dichiarato Neelie Kroes, commissario europeo per l’agenda digitale”. Le votazioni di oggi rappresentano un ulteriore importante passo verso una Europa priva di tariffe di roaming, dove i cittadini della Comunità Europea potranno comunicare con il proprio cellulare all’estero senza temere bollette salate, sicuri di dover corrispondere i normali costi di traffico previsti dal proprio contratto, come se si trovassero nel proprio Paese:

“La votazione di oggi è un grande passo verso il rafforzamento del mercato delle telecomunicazioni. Il Parlamento vuole abolire le tariffe di roaming per voce, SMS e dati entro il 15 dicembre 2015 e migliorare l’intero sistema espandendo la copertura della rete 4G e 5G su tutto il paese” ha dichiarato Pilar del Castillo, relatore del PPE (Partito Popolare Europeo).

Con 534 voti favorevoli, 25 contrari e 58 astenuti, ora la fase finale – che consiste nella votazione del regolamento da applicare in Europa – si terrà a maggio. Tra le altre cose, l’UE sta lavorando  anche per assicurare la Net Neutrality, negando cioè agli operatori e ai fornitori di Internet tutte quelle pratiche fino ad oggi utilizzate per promuovere alcuni servizi a discapito di altri. Nello specifico diversi fornitori di servizi internet ne bloccano o rallentano alcuni (come Skype, ad esempio) per garantire maggiori velocità ad altri servizi. Ricordiamo che la priorità per determinati servizi Internet, come per esempio lo streaming di contenuti a pagamento è comune tra i principali colossi che operano nel settore, anche Apple non fa eccezione: ricordiamo che la multinazionale di Cupertino sta cercando di imporre negli USA un vantaggio simile per i propri utenti.

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