Se seguite le notizie che riportiamo quotidianamente, negli ultimi giorni avrete letto delle polemiche in merito alle TV Samsung, accusate di inviare i comandi vocali a server di controllo raccogliendo dati vari dati sull’utente, fornendo questi anche a terze parti. Un ricercatore ha ora scoperto che i dati in questione non solo sono inviati a server e terze parti ma l’operazione di invio è eseguita senza alcuna cifratura preventiva, rendendo possibile l’intercettazione del traffico HTTP (un mix di dati XML e pacchetti binari personalizzati). Il rischio è che qualcuno resti in ascolto e intercetti comandi e richieste. Insomma, Samsung, sembra avere sottovalutato il rischio privacy.
Recentemente il produttore sud coreano ha pubblicato un supplemento alle policy sulla privacy per le Smart TV, facendo seguito alle polemiche dopo la scoperta dei giorni passati. Samsung spiega che può eseguire e memorizzare sui propri server informazioni, quando l’utente utilizza i comandi vocali per controllare un Servizio, specificando di collaborare con un fornitore di servizi esterno che svolge per suo conto i servizi di conversione da voce a testo e che tale fornitore può ricevere e memorizzare alcuni comandi vocali. Stupisce ad ogni modo, l’assenza di funzioni di cifratura.